La vera storia del Truffatore di Tinder: tutto quello che c’è da sapere

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Il Truffatore di Tinder è su Netflix. Il documentario, di quasi due ore, racconta la storia di Simon Leviev, lo pseudonimo che Shimon Yehuda Hayut usava su Tinder per ingannare le sue vittime.

Israeliano 31enne, si presentava sulla app di appuntamenti come “principe dei diamanti”. In realtà non aveva nulla a che fare con la famiglia israeliana del magnate. Fuggito da Israele nel 2011 per evitare di essere processato per crimini legati alla frode, si è diretto in Finlandia, dove ha iniziato a gestire il suo oscuro schema per ingannare le sue vittime.

Lo schema di Simon Leviev

In cosa consisteva lo schema di Simon Leviev? Seduceva le donne promettendo loro lussuose cene a base di caviale e champagne e viaggi su jet privati. Una volta attirate nella propria rete, chiedeva loro dei soldi. Le povere malcapitate, completamente a lui soggiogate psicologicamente, non riuscivano a dir di no. Soprattutto se Hayut arricchiva la richiesta sostenendo di essere lui vittima di gruppi economici che detenevano il mercato “sudafricano”. La bella vita la faceva per davvero, ma con i soldi spillati alla vittima precedente.  In sostanza, ogni vittima pagava al truffatore voli, hotel e cene per la vittima successiva, in un altro Paese. E così via, finché non le prosciugava.

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Le denunce delle donne truffate

A raccontare la vicenda, sono tre donne: la norvegese Cecilie Fjellhøy, la svedese Ayleen Koeleman e l’olandese Pernilla Sjohol. La prima aveva prestato a Hayut 185mila sterline, la seconda 25 mila e la terza 103 mila. Ma secondo gli inquirenti di mezza Europa, il bottino del truffatore ammonterebbe ad oltre 8 milioni di sterline, grazie all’aggancio su Tinder con decine di ragazze.

Le condanne e la sua attuale vita

Nel 2015 ha scontato 2 anni nella prigione finlandese per truffa ed estorsione e dopo il suo rilascio nel 2017, è tornato in Israele dove è scappato di nuovo. Nel 2019 con l’aiuto di una “fidanzata” truffata è stato arrestato in Grecia poi estradato in Israele dove ha scontato per buona condotta solo 5 dei 15 mesi a cui era stato condannato. Oggi Hayut è a piede libero, come dimostrano le foto sul suo profilo Instagram, e nega ogni colpa

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