Dinosauri: cover Story di Best Movie di giugno dedicata a Jurassic World

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“Benvenuti a Jurassic Park”: così 25 anni fa Steven Spielberg ci accoglieva nel suo parco dei dinosauri. Un quarto di secolo (e cinque film) dopo il parco è chiuso, e i lucertoloni rischiano di estinguersi – di nuovo. Succede in Jurassic World – Il regno distrutto, in sala questo mese e a cui Best Movie dedica la cover story di giugno, con un approfondimento sul film, una retrospettiva sulla storia del franchise e un’intervista al protagonista Chris Pratt, reduce dal successo del primo capitolo e del recente Avengers: Infinity War.

Le novità del numero di giugno di best movie

Se ribaltate la rivista, invece, vi troverete di fronte a qualcosa di completamente diverso: uno speciale di 16 pagine dedicato a Checco Zalone e alla sua straordinaria carriera ormai decennale. Lo speciale è realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Maurizio Raspante, fotografo di scena e grande amico di Zalone, che ha aperto le porte dei suoi archivi (troverete una valanga di foto inedite che raccontano dieci anni di successi) e ci ha regalato dichiarazioni inedite e racconti dal set firmati Luca Medici. Un documento imperdibile, da sfogliare e risfogliare in attesa di rivedere Zalone al cinema.

Approfondimenti sui film in sala e interviste ai protagonisti

Non ci sono solo cover e controcover, ovviamente: il numero di giugno di Best Movie è particolarmente ricco di approfondimenti sugli altri film in sala e di interviste ai protagonisti. Troverete uno speciale dedicato a Tuo, Simon, la nuova rom-com adolescenziale firmata Greg Berlanti, e un’intervista al protagonista Nick Robinson; un doppio faccia a faccia con Barry Keoghan e Yorgos Lanthimos, rispettivamente protagonista e regista di Il sacrificio del cervo sacro, in concorso per la Palma d’Oro a Cannes 2017 e che arriva finalmente nelle nostre sale; servizi dedicati alla nuova commedia francese Sposami, stupido!, allo heist movie con Nicolas Cage 211 – Rapina in corso e al folle road movie L’incredibile viaggio del fachiro; e infine, per la rubrica Best Talent, un’intervista ai gemelli D’Innocenzo, autori dell’acclamatissimo La terra dell’abbastanza, il loro esordio che ha già fatto impazzire Berlino. Spazio anche al cinema per famiglia nella sezione Best Family, dove i giovani protagonisti Millicent Simmonds e Jaden Michael ci parlano di La stanza delle meraviglie di Todd Haynes.

Il racconto da Cannes 2018

Troverete poi il nostro racconto da Cannes 2018, per quella che è una delle edizioni più controverse e ricche di spunti da parecchi anni a questa parte: dalla “guerra” con Netflix al divieto di selfie sul red carpet, passando per gli strascichi dello scandalo Weinstein e la nascita del movimento #timesup; senza dimenticare i film, dal colpo di fulmine Cold War all’italianissimo (e acclamatissimo) Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. E se la cinefilia non fa per voi, e preferite qualcosa di più pop, vi raccontiamo anche il ventennale del Napoli Comicon, un’edizione da record che ha visto 150.000 spettatori accorrere alla Mostra d’Oltremare per incontrare miti come Lucy Lawless e Frank Miller e giovani promettenti come Matilda De Angelis e il cast di SKAM – Italia.

Arrivo in home video di “La forma dell’acqua”

Anche la sezione A casa è ricca di novità: giugno è infatti il mese dell’arrivo in home video di La forma dell’acqua, il film premio Oscar di Guillermo del Toro, ma anche dell’ultimo film di Clint Eastwood Ore 15:17: Attacco al treno, a cui Roberto Recchioni dedica la sua rubrica A scena aperta, e di Detroit: Become Human, l’attesissima nuova esclusiva per PlayStation 4 firmata da Quantic Dream e ispirata a Blade Runner. Come tutti i mesi, poi, vi segnaliamo tutte le serie in uscita nel mese di giugno, con l’attesissimo ritorno di GLOW, le nuove stagioni di Supergirl, Gotham e Luke Cage e l’ultimo episodio di Sense8.

 

Ecco un estratto dell’intervista a Chris Pratt, realizzata da Elisa Leonelli

Com’è lavorare con un gigante come Spielberg?

«È un onore. Credo che Jurassic World e Il regno distrutto siano delle belle opportunità per creare opere rispettose di chi ama il franchise, ma anche per coinvolgere una nuova generazione di persone che non è ancora entrata in questo mondo. Trovo molto interessante esplorare l’idea che se davvero i dinosauri fossero stati riportati in vita nel 1993, chiunque abbia meno di 25 anni è vissuto in un mondo in cui i dinosauri non si sono mai estinti. È questa l’audience a cui puntiamo: gente che non vede i dinosauri come un miracolo, ma come animali in uno zoo: nessuno vorrebbe volare dall’altra parte del mondo solo per visitare uno zoo».

Il primo Jurassic Park era un film a tratti spaventoso, e per Il regno distrutto avete puntato ancora più decisamente sull’horror. Quanto è difficile spaventare il pubblico oggi?

«Molto. I gusti della gente cambiano in continuazione, e oggi c’è bisogno di film con più mordente. Mio figlio ha 5 anni, so che forse non avrei dovuto fargli vedere Lo squalo ma, be’, l’ho fatto, e non gli ha fatto nessun effetto. Mi chiedeva in continuazione “OK, papà, ma lo squalo dov’è? Voglio vedere lo squalo?”. Ecco, con le nuove generazioni funziona così: devi partire dallo squalo, farglielo vedere. E sì, lo so che il genio di Steven Spielberg è proprio non fartelo vedere, spaventarti con quello che si nasconde sotto la superficie…».

A tuo figlio farai vedere anche Il regno distrutto?

«Sicuro! Ha cinque anni! Lo so, sono un pessimo padre».

Ecco un estratto dell’intervista a Nick Robinson, realizzata da Marta Valier

In Tuo, Simon ti vediamo ancora una volta nei panni dello studente liceale: ti propongono sempre la stessa parte?

«In effetti ho voglia di fare altro, penso di meritarmi una promozione, ma questo film era diverso, la nuova sfida per me era quella di interpretare uno studente gay senza cadere negli stereotipi. I tempi sono cambiati e il pubblico ha voglia di identificarsi nei personaggi, vuole storie vere e vuole essere rispettato. Prima ancora di essere la storia di un gay, Tuo, Simon è la storia di un ragazzo che vive il suo primo amore adolescenziale».

La tua generazione ha cambiato il modo con cui si parla di sesso, identità, genere e orientamento: come avete fatto?

«Diamo per scontato che esista un ampio spettro di identità di genere e di orientamenti sessuali e che non c’è un solo modo di vivere la propria sessualità. Non ci facciamo molto caso se abbiamo un amico o un’amica gay, anche se sono consapevole che è ancora complicato per una persona gay farsi accettare da tutti».

Ecco un estratto dell’intervista a Barry Keoghan, realizzata da Giorgio Viaro

Avevi visto gli altrifilm di Yorgos Lanthimos prima di girare?

«Sì, avevo visto Alps e The Lobster. È un regista che gioca con le aspettative dello spettatore. Molta gente non ama questi film, ma penso che reagisca così perché ne è spaventata, forse in qualche modo rivede se stessa in certi personaggi».

Che sensazione ti ha fatto rivederti sul grande schermo nelle vesti dell’aguzzino?

«Diciamo che ho avuto paura di me stesso».

Mentre giravate com’era l’atmosfera sul set?

«Nonostante la storia, c’era un clima molto rilassato».

Com’è stata la tua esperienza al fianco di Colin Farrell?

«Colin è stato il mio mentore, e lo è anche ora che il film è finito. Mi ha aiutato a trovare il tono e il ritmo giusto: Colin aveva già recitato con Lanthimos (in The Lobster, ndr), quindi sapeva come comportarsi, che stile cercare. Insomma, mi dava le sue battute e io dovevo solo rispondere rimanendo sulla stessa lunghezza d’onda. Ma mi ha insegnato anche ad avere più fiducia in me stesso».

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