Cronaca

Addio a Giovanni Sartori, coniò i termini “Mattarellum” e “Porcellum”

Si è spento a causa di complicazioni respiratorie all’età di 92 anni Giovanni Sartori, definito da molti un “politologo fuori dagli schemi”. Fu lui a coniare i termini “Mattarellum” e poi “Porcellum” alle legge elettorali, dopo il periodo di Tangentopoli e Mani pulite. Per il fenomeno del berlusconismo aveva invece inventato la definizione di “sultanato”.

Nato a Firenze il 13 maggio del 1924, si è laureato in Scienze politiche e sociali nel 1946. È considerato uno dei massimi esperti di scienza politica a livello internazionale e il più importante scienziato politico italiano. In Italia si deve a lui la nascita della scienza politica come disciplina accademica.

Autore di decine di saggi, nel corso della sua attività accademica ha ricevuto otto lauree ad honorem: dall’Università di Genova nel 1992, dall’Università di Georgetown (USA) nel 1994, dall’Università di Guadalajara (Messico) nel 1997, dall’Università di Buenos Aires (Argentina) nel 1998, dall’Università Complutense di Madrid (Spagna) nel 2001, dall’Università di Bucarest (Romania) nel 2001 e dall’UNAM di Città del Messico nel 2007. Nel 1971 fonda la “Rivista italiana di scienza politica”. Dal 1979 e fino al 1994 è stato “Albert Schweitzer Professor in the Humanities” presso la Columbia University di New York. È stato sposato con la nobildonna Giovanna di San Giuliano e, nell’autunno 2008, si è fidanzato con l’artista Isabella Gherardi, con la quale si è unito a nozze nell’ottobre del 2013. Dal 12 maggio 2016 gli è dedicata una sala nella biblioteca del Senato, alla quale ha donato un importante fondo librario.

Riteneva fuorviante dipingere l’antagonismo tra Dc e Pci come un “bipartitismo imperfetto” (cioè senza alternanza), secondo la formula utilizzata da Giorgio Galli. Per Sartori,  l’Italia era invece un esempio di “pluralismo polarizzato”: molti partiti, alcuni dei quali antisistema, con un enorme divario ideologico dall’estrema destra all’estrema sinistra e robuste spinte centrifughe. Uno scenario tutt’altro che sereno e rassicurante.

Nel saggio Homo videns, il politologo lanciava l’allarme per l’avvento di un nuovo tipo umano, incapace di astrazione concettuale perché abituato a nutrire la propria mente soltanto di immagini. Più che un’evoluzione, un’involuzione. A causa della televisione, afferma Sartori, per la prima volta nella storia l’immagine predomina e prevale sulla parola, andando a mutare completamente la comunicazione e i meccanismi di comprensione tra gli esseri umani. L’ultimo saggio, La corsa verso il nulla, del 2015, il politologo racconta alcuni temi cruciali del nostro tempo: la crisi della politica, i labili confini tra libertà e dittatura, il “conflitto di culture e di civiltà” fra Islam e cristianesimo, la “guerra terroristica” e la “guerra al terrorismo”.

Tanti i riconoscimenti ricevuti. Ne sono un esempio la nomina a comendador della Ordem do Cruzeiro do Sul dal presidente della Repubblica Federale del Brasile nel 1999, il premio principe delle Asturie per le scienze sociali dalla Fundación Príncipe de Asturias nel 2005, la medaglia d’oro italiana per meriti culturali ed educativi, la medaglia d’oro italiana della Pubblica Istruzione, assegnata ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte.

“Giovanni Sartori è stato uno dei massimi politologi del nostro tempo – scrive il presidente del Senato su Facebook -, un grande intellettuale che ha dato lustro al nostro Paese nelle più prestigiose università al mondo. La sua è stata una voce autorevole e indipendente che ha rafforzato e nutrito l’opinione pubblica. Di lui mi hanno colpito la passione e la lucidità con le quali ancora affrontava i temi della vita politica. Pochi mesi fa -prosegue Grasso- ha donato migliaia di suoi volumi al Senato per metterli a disposizione dei tantissimi studenti e cittadini che frequentano ogni giorno la nostra Biblioteca. Grazie Professore: è stato un grande onore conoscerla, ascoltare le sue riflessioni, leggere i suoi articoli e studiare i suoi volumi.”

 

 

 

Tra i primi a esprimere il suo cordoglio, il premier Paolo Gentiloni “per la scienza e l’intelligenza corrosiva con la quale questo studioso illustre ha dato mappe e nomi alla politica per provare a ritrovare se stessa”.

Redazione

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