Nell’attesa di un possibile intervento nella prossima legge di bilancio l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) interviene sulla questione della tariffazione a 28 giorni. L’Agcom vuole avviare un procedimento sanzionatorio nei confronti degli operatori telefonici che, nei fatti, si stanno dimostrando inadempienti continuando a chiedere il pagamento della “bolletta” ogni 28 giorni non solo nel mobile (dove è permesso) ma anche sul fisso e sulle offerte ibride (dove è invece vietato, secondo quanto stabilito da Agcom a marzo).
Anche Sky quest’estate ha introdotto il pagamento della quota di abbonamento mensile ogni 28 giorni. In questo modo le mensilità pagate finiranno per essere 13 e non più 12, con un aumento dell’8,6% annuo che la media company di casa Murdoch ha segnalato – in realtà con trasparenza ai propri abbonati – con una comunicazione nella quale si faceva presente che gli abbonati hanno anche il diritto a esercitare il recesso gratuitamente entro il 30 settembre.
L’Autorità per le comunicazioni, che ha “deciso di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche”, si legge in una nota.
“Al fine di garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi vigenti, nonché il controllo dei consumi e della spesa garantendo un’unità standard (mese) del periodo di riferimento delle rate sottostanti a contratti in abbonamento per adesione”, con una delibera del marzo scorso, l’Autorità aveva infatti stabilito, ricorda la nota, “che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli”. Al termine delle verifiche effettuate da Agcom, però, “è risultato che gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’Autorità”.
Sul tema un punto fermo ha poi cercato di metterlo Agcom con la delibera 121/17 Cons. Risultato, come detto: fatturazione mensile sui contratti di telefonia fissa e possibile a 28 giorni solo per la telefonia mobile (anche per le formule ibride vale il mese).
Gli operatori avevano 90 giorni per adeguarsi al provvedimento. Di conseguenza dal 24 giugno della tariffazione a 28 giorni non se ne sarebbe dovuta avere più traccia da allora. Non è andata così e le compagnie, per motivare questa presa di posizione, fanno riferimento ai loro ricorsi al Tar, cui tutte si sono rivolte impugnando la delibera Agcom. La decisione è attesa per febbraio. Nel frattempo le offerte non sono state ritirate. Da qui è intervenuto prima il monitoraggio e, ora, l’intervento di Agcom che intende sanzionare gli operatori.
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