Cronaca

Cirio, condanna a 4 anni per Geronzi: risarcimento per i risparmiatori

Ultimo atto del Crac della Cirio: arriva la condanna che diventa definitiva per Cesare Geronzi e un nuovo processo per Sergio Cragnotti. Lo ha deciso la corte di Cassazione.

Condanna definitiva a 4 anni

Il banchiere Geronzi è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione: tre sono, però, coperti da indulto. L’ex patron dell’azienda dei pomodori pelati, invece, dovrà essere processato di nuovo: i giudici hanno annullato con rinvio la sua condanna in secondo grado in relazione al capo d’accusa più grave.

In totale Cragnotti era stato condannato a otto anni e otto mesi. “Si tratta di un risultato straordinario per Cragnotti e i suoi famigliari. Come difensori siamo molto soddisfatti perché la Corte d’Appello dovrà rivalutare tutta la vicenda a partire dal capo principale”, ha detto l’avvocato Massimo Krogh, legale dell’ex patron della Lazio, commentando la sentenza della Suprema corte.

I risparmiatori saranno risarciti

Soddisfatto anche il legale che rappresenta centinaia di piccoli risparmiatori. “È una sentenza molto equilibrata ed è il giorno della rivincita morale e materiale per centinaia di migliaia di risparmiatori traditi che hanno perso tutto nel crac Cirio e che oggi ricevono giustizia dallo Stato”, dice il legale dei piccoli azionisti arrivati fino alla Cassazione pur di rifiutare la strada delle transazioni.

“La sentenza – continua il legale – prevede immediatamente l’esecutività del risarcimento per il 5% delle somme perse da ciascun risparmiatore danneggiato nel crac Cirio e per ottenerla sarà necessario aspettare il deposito delle motivazioni del verdetto. Poi si aprirà la strada, davanti al giudice civile, per chiedere il risarcimento integrale di tutti i danni subiti e lo chiederemo a tutti gli imputati che sono stati condannati. Il popolo dei truffati dal crac dei bond con il marchio dei pomodori pelati ammonta a circa 30-40 mila risparmiatori, alcuni dei quali avevano anche acquistato azioni Cirio dai promoter bancari”.

Il crac Cirio

Secondo la procura di Roma i due imputati esercitarono pressioni su Callisto Tanzi perché acquistasse Eurolat, società del gruppo Cragnotti, ricavando così oltre al prezzo reale della società anche 200 miliardi di lire. Il prezzo di vendita di Eurolat fu di 829 miliardi di lire. Se l’operazione non fosse andata in porto Tanzi si sarebbe visto ridurre dalla Banca di Roma, presieduta da Geronzi, i finanziamenti per l’attività di Parmalat.

I 200 miliardi vennero pagati – sempre secondo l’accusa – per saldare i crediti vantati dalla Banca di Roma verso la Cirio. Durante la requisitoria alla fine del processo di primo grado la pubblica accusa aveva sottolineato che né Geronzi né Cragnotti avrebbero dovuto usufruire delle attenuanti generiche “per la gravità dei fatti e per il ruolo rivestito nella vicenda”.

Il crac da 1.125 miliardi della Cirio spazzò via i risparmi di oltre 35 mila investitori.

Redazione

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