Diplomazia Russa. La Russia di Putin ha deciso di scendere in campo nella guerra fredda tra Usa e Corea del Nord per cercare di disinnescare una delle più pericolose crisi diplomatica del mondo.
A dichiarare le intenzioni del Cremlino è stato Dmitri Peskov, il portavoce del presidente Putin che ha dichiarato: “Non puoi diventare mediatore tra due paesi solo di tua volontà. E’ impossibile, tutte le due parti devono volerlo”.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha invitato Washington e Pyongyang ad avviare un dialogo sottolineando che però dovrebbero essere gli Usa a fare la prima mossa. Lavrov ha, poi, sottolineato la necessità di passare velocemente dal linguaggio delle sanzioni ad un nuovo percorso di negoziati.
Secondo il Ministero per l’unificazione sudcoreano, i cui analisti prevedono “almeno un altro test missilistico” per i prossimi mesi. Secondo gli analisti Pyongyang deve ancora mettere a punto le tecnologie che permettono a un missile di portare piu’ testate e accelerare i suoi programmi per consolidare la capacità di lanciare missili balistici intercontinentali prima che le nuove sanzioni Onu inizino a colpire la sua economia.
Intanto, secondo il quotidiano sudcoreano Joongang Ilbo, Pyongyang si appresta a lanciare il satellite Kwangmyongsong-5, equipaggiato con telecamere di precisione e tecnologie per la comunicazione.
Il satellite sarà dotato di sistema di comunicazione e videocamera che permette al regime di lanciare nuovi missili a lunga gittata, gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni a due dei più importanti funzionari della Corea del Nord che si occupano del programma sui missili balistici. Vladimir Putin ribadisce l’offerta di volersi proporre come Paese mediatore per alleviare le tensioni tra Washington e Pyongyang.
“Il Tesoro sta prendendo di mira i numeri uno dei programmi sui missili balistici della Corea del Nord”, ha dichiarato il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin. La decisione fa seguito alle nuove sanzioni delle Nazioni Unite annunciate lo scorso venerdì in risposta al test del 29 novembre di un missile balistico intercontinentale (Icbm) che, secondo quanto riferito Pyongyang, può raggiungere qualsiasi punto del territorio statunitense. Le sanzioni limitano ulteriormente l’accesso della Corea del Nord ai prodotti petroliferi raffinati e al petrolio greggio e ai suoi guadagni dai lavoratori all’estero.
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