Buone notizie dall’Istat sul fronte occupazionale. La disoccupazione giovanile è diminuita – da 36,5 che era a giugno è diventata 35,4 – e la disoccupazione generale non è aumentata e, anzi, è scesa di 0,2 punti rispetto a maggio (è all’11,1%).
A sorpresa il tasso di disoccupazione a giugno scende all’11,1%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a maggio. Dopo l’incremento rilevato a maggio, la stima delle persone in cerca di occupazione diminuisce del 2% (-57 mila), tornando su un livello prossimo a quello di aprile.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni, a giugno, crescono di 12 mila unità (+0,1%), sintesi di un aumento tra gli uomini e un calo tra le donne. Lo rileva l’Istat precisando che l’inattività risulta in calo tra i 15-24enni e i 35-49enni e in crescita nelle restanti classi di eta’. Il tasso è pari al 34,9%, invariato rispetto a maggio. La crescita su base mensile degli inattivi tra i 15 e i 64 anni è frutto di un aumento tra gli uomini (+0,8%) e di una diminuzione tra le donne. Il 74% degli italiani non crede più che avrà un posto fisso. Ben tre lavoratori su quattro (il 74%), infatti, si sono ormai rassegnati all’idea che una carriera lineare portata avanti per tutta la vita lavorativa all’interno della stessa azienda o istituzione non esista più.
La provvisorietà del posto di lavoro è avvertita maggiormente dalle donne (77% contro il 70% degli uomini) e dai lavoratori più maturi (76% dei dipendenti nella fascia 45-67 anni, contro il 72% degli occupati fra i 18 e i 44.
Ci sono 23 mila occupati in più (a termine) Gli occupati a termine sono arrivati al massimo storico: 2 e 69 milioni. A giugno la stima degli occupati cresce dello 0,1% rispetto a maggio (+23 mila), recuperando parzialmente il calo registrato nel mese precedente (-53 mila).
Il tasso di occupazione si attesta al 57,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali. La lieve crescita congiunturale dell’occupazione è interamente dovuta alla componente femminile, mentre per gli uomini si registra un modesto calo, e interessa i 15-24enni e i 35-49enni. Aumentano i dipendenti a termine, sono stabili i dipendenti a tempo indeterminato mentre diminuisce il numero degli indipendenti.
In termini di genere la crescita, spiega ancora l’Istat, sarebbe interamente dovuta alla componente femminile: il tasso di occupazione delle donne (15-64 anni) ha infatti raggiunto il 48,8%, il valore più alto dall’avvio delle serie storiche, nel 1977. Aumentano i dipendenti a termine, sono stabili i dipendenti a tempo indeterminato mentre diminuisce il numero degli indipendenti. Nel trimestre aprile-giugno si è registrata una crescita degli occupati rispetto al precedente (+0,3%, +64 mila), determinata dall’aumento dei dipendenti, sia permanenti sia a termine. L’aumento riguarda entrambe le componenti di genere e si concentra quasi esclusivamente tra gli over 50.
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