Molotov, petardi e sassi, queste le armi usate nell’attacco contro i rifugiati del campo Souda dell’isola greca di Chios, teatro in questi giorni di forti proteste contro gli otre 4.000 migranti dalla guerra siriana. Tende e baracche bruciate, migranti e operatori umanitari feriti, questo il bilancio del raid razzista.
Gli organi di stampa greci hanno ricollegato l’attacco xenofobo a un episodio avvenuto pochi giorni prima, in cui alcuni migranti avevano svaligiato un negozio di petardi, poi fatti scoppiare in giro per l’isola.
Roland Schoenbauer, operatore dell’Unhcr che gestisce il campo ha rilasciato una dichiarazione alla Bbc sottolineando che “I volontari hanno cercato di sopperire erigendo una piccola tendopoli fuori da Souda e hanno rivolto un appello alla polizia perché sorvegli la zona. Non tutti migranti avranno un posto asciutto dove trascorrere la notte” per il pericolo di nuovi scorribande”.
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