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Il rischio imminente di Rafah diventare il cimitero e l’inferno di 600mila bambini

Israele ha attaccato la città di Rafah con forze terrestri, costringendo centinaia di migliaia di palestinesi a fuggire e bloccando gli sforzi per portare aiuto umanitario nella regione. Questo attacco ha provocato la morte di 26 persone, tra cui 11 bambini e 8 donne, secondo fonti mediche a Gaza.

Il 6 maggio Israele ha emesso ordini di evacuazione per i civili nella parte orientale di Rafah, chiedendo loro di spostarsi nella “zona umanitaria” israeliana di Al-Mawasi, impedendo loro di recarsi a Gaza City e Wadi Gaza. Questi ordini sono stati impartiti senza alcuna consultazione preventiva con le agenzie umanitarie.

L’attacco israeliano contro Rafah ha suscitato preoccupazioni per la vita di 600 mila bambini nella zona e potrebbe portare a un’interruzione degli aiuti umanitari. Save the Children ha avvertito che Rafah è l’unica via consentita per le agenzie umanitarie e che il sistema di coordinamento potrebbe essere interrotto.

Inger Ashing, Direttrice generale di Save the Children International, ha criticato l’assenza di un piano di evacuazione efficace per proteggere i civili. Ha esortato la comunità internazionale a intervenire per prevenire ulteriori devastazioni e a garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario.

La popolazione di Rafah si è rifugiata in massa nella città, ma molti palestinesi sono troppo deboli, feriti o malati per spostarsi di nuovo. La malnutrizione è già una minaccia in questa regione e l’attacco imminente potrebbe aggravare ulteriormente la situazione umanitaria.

Save the Children ha chiesto un immediato cessate il fuoco e ha sottolineato l’importanza che Israele rispetti il divieto di trasferimento forzato e di deportazione dei civili stabilito dalle leggi internazionali. È fondamentale garantire ai civili l’accesso ai beni di prima necessità e proteggerli dalle atrocità.

La situazione a Rafah è estremamente critica e richiede un intervento urgente da parte della comunità internazionale. È fondamentale agire ora per proteggere i civili e prevenire ulteriori violazioni dei diritti umani in questa regione martoriata dalla guerra.

Save the Children è impegnata a garantire la protezione e il sostegno ai bambini e alle famiglie vulnerabili a Rafah. L’organizzazione continuerà a monitorare la situazione e ad intervenire per mitigare i danni causati da questo conflitto devastante.

Redazione

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