Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, insieme all’assessore all’Urbanistica Maurizio Carta, si è recato a New York per un incontro con l’ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante permanente d’Italia presso le Nazioni Unite. Durante la riunione, hanno discusso delle possibili iniziative e sinergie nel campo della cooperazione. Palermo potrebbe essere un attivatore di progetti pilota, seguendo lo spirito del Piano Mattei e sfruttando le esperienze della città nella rigenerazione urbana, nella mobilità sostenibile e nelle politiche educative.
Il capoluogo siciliano fa parte della rete UNESCO delle Città Educative, che utilizzano l’ecosistema educativo per aumentare l’empowerment della comunità. Questo approccio permetterebbe di instaurare una cooperazione non paternalistica o predatoria, ma che favorisca l’autonomia dei Paesi con cui si collabora. Nel caso del Ghana, Palermo sta implementando un progetto finanziato dall’Unione Europea dedicato alla rigenerazione urbana e al contrasto al cambiamento climatico, con l’obiettivo di costruire una relazione di reciprocità.
L’idea è di estendere questo approccio ad altri Paesi con cui Palermo ha storiche relazioni, per non solo avviare progetti di cooperazione governativa ma anche promuovere un processo di democrazia delle città, in cui i Comuni dialogano direttamente fra loro. L’incontro con l’ambasciatore Massari rientra nella strategia di intercettare le rappresentanze delle varie nazioni all’Onu e individuare quei referenti e soggetti coinvolti nella costruzione di un ecosistema della cooperazione.
Durante l’incontro sono state esaminare anche le possibilità di collaborazione con le rappresentanze di altri Paesi presenti all’Onu, al fine di promuovere la cooperazione internazionale e creare legami solidi basati sulla reciprocità e sulla condivisione di conoscenze e competenze.
Inoltre, si è discusso di come Palermo possa fungere da modello per altre città in termini di rigenerazione urbana, mobilità sostenibile e politiche educative, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo a livello internazionale. Questo modello potrebbe essere replicato in altre realtà urbane, creando una rete di città che condividono le migliori pratiche e collaborano per affrontare le sfide comuni.
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