L’attentato di Londra ha avuto anche ripercussioni politiche. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, ha chiesto le dimissioni della premier Theresa May, rea di aver tagliato venti mila posti alle forze di polizia, prima degli attentati. Il partito della May è quello che ha come motto “legge e ordine”, e gli ultimi accadimenti fanno perdere credibilità.
Corbyn ha detto di essere d’accordo con le richieste di dimissioni: “Del tutto d’accordo, perché sono richieste fatte da persone responsabili che sono molto preoccupate dal fatto che lei era al ministero dell’Interno per tutto quel tempo e ha presieduto ai tagli alla polizia, e adesso ci viene a dire che abbiamo un problema. Abbiamo un voto giovedì e questa è la migliore opportunità per risolvere la questione”.
Il capo del Labour prosegue: “La polizia e i servizi segreti devono avere le risorse di cui hanno bisogno, non subire tagli di 20 mila uomini. Theresa May era stata avvertita dalla Police Federation, ma li accusò di gridare al lupo, al lupo”.
Corbyn promuove la politica dello “sparare per uccidere”, assicurando che se fosse primo ministro adotterebbe “qualsiasi azione necessaria ed efficace per proteggere il popolo”. Ieri, un sondaggio di YouGov ha reso noto che i conservatori dopo l’ultimo attentato rischiano di perdere la maggioranza in parlamento.
La May si è presentata in sala stampa ed è stata costretta sulla difensiva dalle domande dei giornalisti. Su diciannove domande, sette riguardavano i tagli alla polizia e la prima ministra si è rifiutata di rispondere.
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