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“La contestata Roccella denuncia la censura agli Stati Generali della Natalità” – VIDEO

A Roma, durante gli Stati generali della Natalità, la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, è stata contestata da alcuni giovani presenti in platea. Mentre la ministra prendeva la parola, alcuni giovani hanno urlato “Vergogna, vergogna!” e esposto cartelli di protesta. Una di loro è stata poi invitata a salire sul palco e ha dichiarato “Sui nostri corpi, decidiamo noi.”

La ministra ha risposto alla contestazione affermando che nessuno ha il diritto di decidere sul corpo delle donne se non loro stesse. Ha sottolineato che le donne oggi non hanno piena libertà di scegliere se avere figli o meno, ed è per questo che si trovano lì.

Il presidente della Fondazione per la Natalità, Gigi De Palo, ha sottolineato che l’evento non è stato convocato dal governo, ma dalla fondazione stessa. Nonostante la contestazione, la ministra Roccella ha lasciato gli Stati generali della Natalità.

Anche dopo gli interventi di una futura mamma precaria e del presidente nazionale del Forum delle Famiglie, Adriano Bordignon, i fischi e gli slogan sono continuati. Roccella ha rinunciato a intervenire nuovamente, sperando che ciò possa calmare gli animi.

La contestazione è proseguita nonostante i tentativi di calmare la situazione. La ministra ha commentato su Facebook di essere certa che riceverà solidarietà da parte della sinistra, degli intellettuali e della stampa per l’atto di censura subito.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato la ministra Roccella per esprimere solidarietà, sottolineando che impedire a qualcuno di esprimere le proprie idee va contro i principi fondamentali della civiltà e della Costituzione.

Il premier Giorgia Meloni ha espresso piena solidarietà alla ministra Roccella, condannando il comportamento dei contestatori. Ha sottolineato l’ipocrisia di chi si riempie la bocca di parole come libertà e autodeterminazione, ma poi impedisce a una donna di esprimere le proprie opinioni. Ha chiesto a tutte le forze politiche di esprimere solidarietà e condannare gli atti di censura avvenuti durante gli Stati generali della Natalità. È ora di dire basta alla mancanza di rispetto per il confronto democratico.

Redazione

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