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L’Antitrust chiede una riforma nel settore per Taxi, Uber ed Ncc

L’Antitrust interviene sulla vicenda dei trasporti e chiede al governo una riforma che apra ad Uber ed Ncc. Dopo le proteste dell’ultimo periodo contro un emendamento al decreto Milleproroghe, l’Antitrust interviene sulla vertenza portata avanti dai taxi e dalle cosiddette auto blu (Ncc), sollecitando una rapida riforma del settore, dopo la promessa del governo di intervenire con decreto entro un mese (fine marzo).

Un’apertura del mercato a 360 gradi, con più spazio per Ncc e Uber e compensazioni per i tassisti. Con una segnalazione al Parlamento e al governo l’Antitrust sollecita una riforma del settore dei taxi, la cui regolamentazione risale ormai al 1992, dunque ad un’era tecnologica decisamente lontana.

Il settore dalla mobilità non di linea (taxi e ncc) – spiega l’autorità per la concorrenza – è regolato da una legge ormai vecchia di 25 anni e richiede una riforma complessiva.

L’Antitrust sottolinea la necessità di mettere la normativa al passo con l’evoluzione del mercato. L’Autorità ritiene infatti che la strada da perseguire per la riforma del settore debba innanzitutto passare da un alleggerimento della regolazione esistente.

A tal fine dovrebbe essere garantita una maggiore flessibilità operativa ai soggetti dotati di licenza taxi e al tempo stesso dovrebbero essere eliminate le disposizioni che limitano su base territoriale l’attività degli operatori NCC.

Queste riforme  garantirebbero una piena equiparazione dal lato dell’offerta tra gli operatori dotati di licenza taxi e quelli dotati di autorizzazione NCC e faciliterebbe lo sviluppo presso il pubblico di forme di servizio più innovative e benefiche per i consumatori (tipo Uber black e Mytaxi).

La riforma dovrebbe anche riguardare quella tipologia di servizi che attraverso piattaforme digitali mettono in connessione autisti non professionisti e domanda finale (come il servizio Uber Pop).

L’Authority guidata da Giovanni Pitruzzella chiede un sostanziale alleggerimento delle regole esistenti. I tassisti con licenza dovrebbero avere una maggiore flessibilità operativa, in materie come i turni, mentre per il guidatori del settore Noleggio senza conducente (Ncc ) cadrebbero le attuali barriere territoriali, che limitano ad esempio il servizio al di fuori del Comune di appartenenza.

Il principio è che l’incremento dell’offerta andrebbe a beneficio degli utenti ma avrebbe qualche impatto sui tassisti in attività: per alleviarlo, l’Antitrust suggerisce forme di compensazione attraverso un fondo che sia finanziato dai nuovi operatori e dai maggiori introiti fiscali. Tutte queste indicazioni potrebbero essere raccolte dal governo che dopo le proteste delle settimane scorse si è impegnato a dare nuove regole.

Redazione

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