Licenziato per aver fumato una sigaretta durante le ore di lavoro, viene riassunto dopo 15 anni. La Corte di cassazione riconosce le sue ragioni.
Nel giugno del 2002, Luigi Carnevale, operaio delle “Sata” di Foggia (fabbrica che produce componenti per auto) aveva perso il posto di lavoro. Le motivazioni erano diverse, fra queste quella di aver acceso una sigaretta durante le ore lavorative, di essere inciampato in un pallet e di essersi procurato volontariamente un infortunio.
Luigi Carnevale, davanti la corte di potenza nel 2014 aveva ammesso di aver fumato ma si era difeso dicendo che non c’era nessun cartello che vietasse di farlo.
Dopo 15 anni dal licenziamento la Corte di cassazione ha riconosciuto che l’operaio avesse ragione. L’azienda ha fatto appello contro il reintegro dell’operaio ma la corte suprema lo ha definitivamente respinto.
Secondo i giudici il licenziamento era una scelta esagerata pertanto Carnevale presto tornerà in azienda.
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