Arriva in Italia l’erba legale o cannabis terapeutica e piovono le prime sanzioni. Sette farmacie galeniche italiane si sono viste recapitare una multa da 8.600 euro perché accusate di fare pubblicità ingannevole alla cannabis terapeutica.
L’infrazione è la loro presenza su siti internet che forniscono un elenco dei punti vendita in cui acquistare, dietro prescrizione medica, prodotti a base di marijuana a scopo medico.
Primi fra tutti Cercogalenico.it e Let’s Weed, piattaforma online, nata nel 2015, che attraverso il sistema di geolocalizzazione indica ai malati il medico o la farmacia più vicina a casa per acquistare questo tipo di farmaci.
Ma per il ministero della Salute, ciò equivale a violare i dettami dell’art. 84 del DPR 309/90 (la legge che regola gli stupefacenti in ogni aspetto legale e illegale) che recita. “La propaganda pubblicitaria di sostanze o preparazioni comprese nelle tabelle previste dall’articolo 14, anche se effettuata in modo indiretto, è vietata”. Da qui la segnalazione ai Nas il 16 gennaio scorso. Poi, a febbraio sono arrivati i controlli (e le multe). Le farmacie non ci stanno e hanno già annunciato che faranno ricorso.
A far scattare l’allarme al Ministero è stato il grande quantitativo di marijuana richiesto da alcune farmacie allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, che ha avviato alla fine del 2016 la produzione della “Cannabis di Stato”. Da allora oltre 40 chili di marijuana sono stati spediti nelle farmacie italiane.
La reazione dei farmacisti multati è stata la stessa per tutti : “Non pagheremo. Faremo tutti causa per l’assurdità della vicenda”, ha aggiunto Ternelli, secondo cui è necessario rivedere le normative. “La legge che regola tutti gli stupefacenti è del ’90, ma la sua impalcatura risale addirittura al ’68. Quando fu scritta non solo non esisteva internet, ma il suo scopo era quello di sanzionare l’utilizzo voluttuario degli stupefacenti. Tanto che prevede che i soldi delle multe devono andare alle organizzazioni che lottano contro la tossicodipendenza. Non solo. In tutta questa vicenda non si è affatto tenuto conto del DM 9 nov 2015 che ha consacrato l’uso medico della cannabis.
“La multa è giusta nel senso che è vietato alle farmacie pubblicizzare qualsiasi tipo di farmaco, e ancor più se questi sono a base di stupefacenti”, spiega all’Agi Annarosa Racca, presidente di Federfarma. “Tuttavia bisogna far chiarezza sul ruolo di questi siti internet. Perché non è detto che la colpa sia dei farmacisti, è possibile che alcuni di loro non sapessero nemmeno di essere sui motori di ricerca”. Certo è che “sull’online c’è troppa confusione. C’è bisogno di una nuova norma”, conclude Racca.
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