Undici persone indagate per la morte di una neonata. La morte della bambina risale ad aprile dell’anno scorso, ma le indagini si sono concluse solo ora. Gli indagati avrebbero perso tempo a litigare su chi dovesse usare la sala parto, il ritardo per la contesa avrebbe causato la morte per asfissia cardiaca della piccola. È successo all’ospedale ‘Di Venere’ di Bari.
Il pm a capo delle indagini svolte dai carabinieri del Nas ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a otto persone, medici e infermieri del reparto di ostetricia e ginecologia che si erano occupati della madre nei giorni precedenti al parto. Altri tre medici, ultimamente, sono entrati a far parte del registro degli indagati. Si ipotizza per loro il reato di omicidio colposo, per il ritardo del parto cesareo.
Secondo le ricostruzioni, quel giorno le sale parto erano tutte occupate nel momento in cui è sorta l’emergenza parto cesareo. I medici si sono così fiondati al reparto vicino di chirurgia generale, dove avrebbero litigato con il primario chirurgo a cui serviva già la sala per un intervento di appendicectomia. Il chirurgo, a sua discolpa, ha precisato: “Nessuno mi ha riferito dell’estrema gravità dell’intervento ed urgenza dell’intervento ostetrico”.
Il ritardo causato dal litigio è stato fatale alla piccola. Ogni tentativo di rianimazione è stato inutile. La famiglia da quel giorno ha iniziato una battaglia legale contro l’ospedale.
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