Il fidanzato di Noemi Durini alla fine ha confessato di averla uccisa e all’uscita dalla caserma dei carabinieri di Specchia ha rischiato il linciaggio. La folla che, nella notte, si era radunata davanti alla stazione dei militari ed ha reagito con violenza al sorriso e al gesto sprezzante di saluto del ragazzo mentre veniva portato in carcere.
Il giovane di Alessano è stato sottoposto a fermo, ha confessato di aver ucciso la fidanzata sedicenne di Specchia e ha portato i carabinieri sul luogo in cui aveva nascosto il corpo: una campagna in località San Giuseppe di Castrignano del Capo a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca. L.M. deve rispondere anche di occultamento di cadavere, reato che viene contestato anche al padre, che lo avrebbe aiutato a nascondere le prove.
«L’ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia», avrebbe detto agli inquirenti il 17enne . «L’ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione – ha detto ancora – Ho reagito di fronte all’ostinazione di Noemi a voler portare a termine il progetto dello sterminio della mia famiglia». Poi ha aggiunto: «Ero innamoratissimo di lei». «Dopo lo sterminio della mia famiglia volevamo fuggire a Milano», ha raccontato ancora.
In molti hanno descritto il ragazzo come «violento» e con «problemi psichici».
Fondamentale si è rivelata l’acquisizione delle immagini di una telecamera. L’occhio digitale di una villa privata ha immortalato il passaggio dell’auto lungo una via di Specchia. Il giovane era in compagnia del padre. Noemi è uscita casa, hanno colloquiato all’esterno per qualche secondo. Poi si sono allontanati a bordo di una Fiat 600. Era l’alba del 3 settembre.
Inizialmente ha riferito di aver visto la fidanzata per l’ultima volta venerdì sera per poi confessare di aver accompagnato Noemi nelle vicinanze del campo sportivo il giorno della sua scomparsa.
Mazzi di fiori e ceri sono stati deposti da numerose persone provenienti da tutta la zona sul luogo dove è strato ritrovato il corpo della studentessa. Un’altra vita spezzata troppo presto, frutto di un amore acerbo e malato, ed in questo caso più che in altri doveva essere evitato da chi si erge a difensore dei diritti dei minori.” Queste le dichiarazioni di Cinzia Pellegrino responsabile nazionale del Dipartimento Tutela Vittime di FDI AN e dell’avvocato Giovanni Apollonio referente per la provincia di Lecce del Dipartimento in merito all’omicidio confessato dal fidanzato della piccola Noemi Durini.
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