Cronaca

Papa Francesco al Colle: impegno comune per migranti e lavoro

Papa Francesco si è recato al Quirinale per un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Impegno comune per affrontare il dramma dei migranti, per garantire, attraverso il lavoro, la dignità dell’essere umano, combattendo l’emarginazione e un immancabile appello al tema della disoccupazione e del lavoro. E’ stata la seconda visita di Papa Francesco al Quirinale, per ricambiare quella di Mattarella del giugno 2016.

Il discorso di Mattarella

“Chi è chiamato a pubblici impegni” deve agire con “elevata responsabilità e agire con sempre crescente impegno”. Lo ha detto il presidente Mattarella parlando con accanto Papa Francesco al Quirinale. Il rispetto dell’ambiente nell’ambito della responsabilità politica è una priorità.

“Rappresenta un paradosso quello di un pianeta nel quale la crescita economica è, da una parte, necessaria ma dall’altra, quando perseguita con intenti di sfruttamento, è anche concausa di grandi catastrofi e di fenomeni globali incontrollati, come il riscaldamento del pianeta”. “L’accordo di Parigi sul clima rappresenta un punto di partenza al quale non intendiamo abdicare. Approccio ecologico e approccio sociale sono giunti a coincidere: la giustizia passa attraverso la custodia delle risorse disponibili e la loro equa distribuzione”.  “I giovani ci interpellano e ci richiamano alla responsabilità per elaborare politiche di crescita al passo con i tempi” ha detto il presidente, ricordando il tema dell’emergenza lavoro sollevato più volte da Papa Francesco. La politica deve impegnarsi soprattutto per l’emergenza lavoro e deve “agire con crescente impegno affinché prevalgano condizioni di equità, e quindi di stabilità sociale e concordia: questo è un obiettivo che deve trovare prioritaria applicazione nei confronti dei giovani” ha aggiunto Mattarella, sottolineando che “questa stagione ne sta mettendo a dura prova le prospettive di vita personale mettendo a rischio il buon futuro dell’intera società”.

“Sappiamo di poter trovare nella Chiesa un valido e utile sostegno nella consapevolezza, e ricordo ancora le Sue parole, che ‘la reciproca autonomia non fa venire meno, ma esalta, la comune responsabilità per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità'”. “Nell’impegno a favore degli ‘ultimi’, che continua a risuonare nelle sue parole, l’Italia ha sempre potuto fare affidamento sul sostegno della Chiesa cattolica” ha assicurato a Papa Francesco il presidente Mattarella parlando nel Salone di Corazzieri al Quirinale. “La sua visita costituisce un’occasione per ringraziare la Chiesa cattolica per la sua instancabile azione, al fianco delle istituzioni nazionali, nella più ampia riaffermazione dei valori di giustizia, equità, apertura e tolleranza sui quali si fonda la Repubblica”.  Serve “una maggiore comprensione reciproca, verso la costituzione di un fronte comune nei confronti dell’estremismo e del fanatismo, di qualunque matrice esso sia”. Lo ha detto il presidente ricordando in particolare la sua recente missione in Egitto e i suoi colloqui con le autorità religiose islamiche. “L’importanza di questo richiamo – ha aggiunto – risalta ancor di più di fronte alla barbarie del terrorismo che ha seminato lutti in tanti continenti” e che minaccia anche “quotidianamente le comunità cristiane”. Servono “risposte solide e corali ai grandi problemi del mondo contemporaneo” e l’esempio più vivo e più vicino a noi è quello “rappresentato dal dramma dei migranti. Governarlo richiede un comune impegno da parte della comunità internazionale, dei Paesi di provenienza e transito, di quelli di approdo e dell’intera Unione europea”.

Il discorso di Papa Francesco

“Guardo all’Italia con speranza. Una speranza che è radicata nella memoria grata verso i padri e i nonni, che sono anche i miei, perché le mie radici sono in questo Paese”. Lo ha detto il Papa nel suo discorso nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, in occasione della sua visita al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Memoria grata – ha proseguito papa Francesco – verso le generazioni che ci hanno preceduto e che, con l’aiuto di Dio, hanno portato avanti i valori fondamentali: la dignità della persona, la famiglia, il lavoro? E questi valori li hanno posti anche al centro della Costituzione repubblicana, che ha offerto e offre uno stabile quadro di riferimento per la vita democratica del popolo. Una speranza, dunque, fondata sulla memoria, una memoria grata”. “L’Italia e l’insieme dell’Europa – ha rilevato il Papa nel suo discorso al Quirinale – sono chiamate a confrontarsi con problemi e rischi di varia natura, quali il terrorismo internazionale, che trova alimento nel fondamentalismo; il fenomeno migratorio, accresciuto dalle guerre e dai gravi e persistenti squilibri sociali ed economici di molte aree del mondo; e la difficoltà delle giovani generazioni di accedere a un lavoro stabile e dignitoso, ciò che contribuisce ad aumentare la sfiducia nel futuro e non favorisce la nascita di nuove famiglie e di figli”.

“Mi rallegra però rilevare – ha aggiunto Bergoglio – che l’Italia, mediante l’operosa generosità dei suoi cittadini e l’impegno delle sue istituzioni e facendo appello alle sue abbondanti risorse spirituali, si adopera per trasformare queste sfide in occasioni di crescita e in nuove opportunità”. “Ne sono prova tra l’altro – ha osservato il Papa a proposito delle sfide e rischi che l’Italia può trasformare in opportunità – l’opera di primo soccorso garantita dalle sue navi nel Mediterraneo e l’impegno di schiere di volontari, tra i quali si distinguono associazioni ed enti ecclesiali e la capillare rete delle parrocchie”. “Ne è prova anche – ha sottolineato il Pontefice – l’oneroso impegno dell’Italia in ambito internazionale a favore della pace, del mantenimento della sicurezza e della cooperazione tra gli Stati. Vorrei anche ricordare – ha aggiunto – la fortezza animata dalla fede con la quale le popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto hanno vissuto quella drammatica esperienza, con tanti esempi di proficua collaborazione tra la comunità ecclesiale e quella civile”.

“Per quanto riguarda il vasto e complesso fenomeno migratorio, – ha detto il Papa nel suo discorso al Quirinale – è chiaro che poche Nazioni non possono farsene carico interamente, assicurando un’ordinata integrazione dei nuovi arrivati nel proprio tessuto sociale. Per tale ragione, è indispensabile e urgente che si sviluppi un’ampia e incisiva cooperazione internazionale”. “E’ necessaria – ha detto il Papa nel suo discorso al Quirinale dopo aver ‘ribadito’ il proprio ‘appello’ per il lavoro ai giovani – un’alleanza di sinergie e di iniziative perché le risorse finanziarie siano poste al servizio di questo obiettivo di grande respiro e valore sociale e non siano invece distolte e disperse in investimenti prevalentemente speculativi” con “mancanza di un disegno di lungo periodo, insufficiente considerazione del vero ruolo di chi fa impresa” e debolezza e istinto di fuga davanti alle sfide del nostro tempo”.

“Tra le questioni che oggi maggiormente interpellano chi ha a cuore il bene comune, e in modo particolare i pubblici poteri, gli imprenditori e i sindacati dei lavoratori, – ha detto il Papa nel suo discorso al Quirinale – vi è quella del lavoro. Ho avuto modo – ha ricordato – di toccarla non teoricamente, ma a diretto contatto con la gente, lavoratori e disoccupati, nelle mie visite in Italia, anche in quella recentissima a Genova. Ribadisco l’appello – ha rimarcato il Pontefice – a generare e accompagnare processi che diano luogo a nuove opportunità di lavoro dignitoso. Il disagio giovanile, le sacche di povertà, la difficoltà che i giovani incontrano nel formare una famiglia e nel mettere al mondo figli trovano un denominatore comune nell’insufficienza dell’offerta di lavoro, a volte talmente precario o poco retribuito da non consentire una seria progettualità”.

Dopo aver chiesto “alleanza di sinergie e iniziative” per la creazione di posti di lavoro, il Papa ha osservato che “il lavoro stabile, insieme a una politica fattivamente impegnata in favore della famiglia, primo e principale luogo in cui si forma la persona-in-relazione, sono le condizioni dell’autentico sviluppo sostenibile e di una crescita armoniosa della società. Sono due pilastri – ha rimarcato papa Bergoglio – che danno sostegno alla casa comune e che la irrobustiscono per affrontare il futuro con spirito non rassegnato e timoroso, ma creativo e fiducioso”. “Da tutti coloro che hanno responsabilità in campo politico e amministrativo – ha detto il Papa dopo aver citato il ‘diritto’ dei giovani ad avere un ‘futuro’ – ci si attende un paziente e umile lavoro per il bene comune, che cerchi di rafforzare i legami tra la gente e le istituzioni, perché da questa tenace tessitura e da questo impegno corale si sviluppa la vera democrazia e si avviano a soluzione questioni che, a causa della loro complessità, nessuno può pretendere di risolvere da solo”.Papa: politica rafforzi legame gente-istituzioni. “Le nuove generazioni – ha sottolineato il Papa nel suo discorso al Quirinale – hanno il diritto di poter camminare verso mete importanti e alla portata del loro destino, in modo che, spinti da nobili ideali, trovino la forza e il coraggio di compiere a loro volta i sacrifici necessari per giungere al traguardo, per costruire un avvenire degno dell’uomo, nelle relazioni, nel lavoro, nella famiglia e nella società”. “A tale scopo, – ha rimarcato papa Francesco – da tutti coloro che hanno responsabilità in campo politico e amministrativo ci si attende un paziente e umile lavoro per il bene comune, che cerchi di rafforzare i legami tra la gente e le istituzioni, perché da questa tenace tessitura e da questo impegno corale si sviluppa la vera democrazia e si avviano a soluzione questioni che, a causa della loro complessità, nessuno può pretendere di risolvere da solo”. La Costituzione italiana ha promosso “una peculiare forma di laicità, non ostile e conflittuale, ma amichevole e collaborativa, seppure nella rigorosa distinzione delle competenze proprie delle istituzioni politiche da un lato e di quelle religiose dall’altro”. Lo ha detto il Papa al Quirinale, ricordando come grazie a questo “sia eccellente lo stato dei rapporti nella collaborazione tra Chiesa e Stato in Italia, con vantaggio per i singoli e l’intera comunità nazionale”. Dopo aver ricordato l’articolo 7 della Costituzione italiana e la laicità “non conflittuale” del Paese, laicità che, ha ricordato, Benedetto XVI “definì ‘positiva’”, papa Bergoglio ha osservato che “l’Italia ha poi il singolare onere ed onore di avere, nel proprio ambito, la sede del governo universale della Chiesa Cattolica. evidente che, – ha rimarcato – nonostante le garanzie offerte con il Trattato del 1929, la missione del Successore di Pietro non sarebbe facilitata senza la cordiale e generosa disponibilità e collaborazione dello Stato italiano. Se ne è potuta avere – ha affermato – una ulteriore dimostrazione nel corso del recente Giubileo straordinario, che ha visto tanti fedeli venire a Roma, presso le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, nello spirito della riconciliazione e della misericordia. Nonostante l’insicurezza dei tempi che stiamo vivendo, – ha commentato papa Francesco – le celebrazioni giubilari hanno potuto svolgersi in maniera tranquilla e con grande vantaggio spirituale. Del grande impegno assicurato dall’Italia al riguardo la Santa Sede è pienamente consapevole e sentitamente grata””. “Signor Presidente, – ha detto il Papa avviandosi a concludere il suo discorso nel Salone dei Corazzieri del Quirinale – sono certo che, se l’Italia saprà avvalersi di tutte le sue risorse spirituali e materiali in spirito di collaborazione tra le sue diverse componenti civili, troverà la via giusta per un ordinato sviluppo e per governare nel modo più appropriato i fenomeni e le problematiche che le stanno di fronte”. Ha ribadito che l’Italia “troverà nella Chiesa sempre il miglior alleato per la crescita della società, per la sua concordia e per il suo vero progresso”. “Che Dio – ha concluso papa Bergoglio – benedica e protegga l’Italia”.

Redazione

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