Politica

Renzi, dimissioni congelate: prima la legge di bilancio

Dimissioni congelate per l’approvazione della legge di bilancio. E’ l’intesa fra il premier Matteo Renzi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo l’incontro al Quirinale. Mezz’ora di colloquio, poi Renzi è tornato a Palazzo Chigi. C’è l’ipotesi di una fiducia ‘tecnica’ per l’approvazione della manovra entro venerdì.

Le dimissioni di Renzi 

“Ho sbagliato io, me ne vado”. Finisce così l’era del governo di Matteo Renzi. Gli italiani hanno deciso: No alla riforma costituzionale. I contrari sono stati circa il 60%, le uniche regioni in cui ha vinto il Si sono state il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e la Toscana.

Il referendum confermativo della legge Boschi si è concluso nel peggiore dei modi per il premier, che subisce una sconfitta pesantissima. “Me ne vedo senza rimorsi». Renzi, ha riconosciuto il successo alle forze politiche che compongono il fronte del No lanciando loro la palla della nuova legge elettorale che si renderà necessaria per il Senato, dato che l’Italicum è stato concepito per la sola elezione della Camera: «Tocca a chi ha vinto avanzare proposte serie».

L’affluenza alle urne si è attestato oltre il 68% su 46 milioni 714mila e 950 elettori, di cui 22 milioni 465mila 280 uomini e 24 milioni 249mila 670 donne.

I 1500 seggi per lo spoglio delle schede degli italiani all’estero sono stati insediati a Castelnuovo di Porto, vicino a Roma. Sono 3 milioni 995mila 042 gli italiani all’estero aventi diritto di voto, 2 milioni 077mila 455 uomini e 1 milione 917mila 587 donne. Gli sfollati del terremoto di Norcia hanno potuto votare in una tensostruttura.

La riforma costituzionale è stata bocciata con 19.419.507 voti a favore del no, pari al 59,11% contro il 40,9% del si. Il risultato altoatesino, però, è in controtendenza rispetto al dato nazionale, visto che in Provincia di Bolzano ha largamente vinto il sì con il 63,69% (163.851 voti), a fronte di un affluenza alle urne pari al 67,41% degli aventi diritto.

Adesso la palla passa al presidente della repubblica, Sergio Mattarella. Il risultato referendario rende impossibile un governo saldo con Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Tutto potrebbe ancora succedere ma sembra improbabile un “Renzi bis”. Si parte dalla scelta del nuovo premier, tra i nomi che già girano ci sono: Pier Carlo Padoan, Piero Grasso e Graziano Delrio. Con il ministro dell’Economia tra i favoriti.

Se il sistema dovesse mostrarsi stabile Piero Grasso potrebbe affermarsi: il Presidente del Senato vanta un buon rapporto con le opposizioni. Le altre soluzioni politiche, meno probabili, rispondono ai profili di Dario Franceschini, Paolo Gentiloni,  Romano Prodi, Emma Bonino o Giuliano Amato.

 

Redazione

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