È stata scoperta l’area del cervello che ci fa perdonare. Maggiore è la quantità di materia grigia in quella regione, maggiore è la nostra capacità di comprensione.
La ricerca italiana pubblicata sulla rivista Scientific Reports e condotta dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste e dall’università Trieste è stata fatta su 50 volontari.
Dalla ricerca è emerso che alla base di tutto ci sarebbe una specifica area del cervello. Si tratta del cosiddetto solco temporale superiore anteriore sinistro.
Utilizzando una tecnica non invasiva come la Risonanza magnetica, i ricercatori hanno analizzato l’attività cerebrale di 50 volontari. Le “cavie” rispondevano a un questionario esprimendo dei giudizi morali su storie i cui protagonisti erano colpevoli di errori gravi ma involontari.
“Quello che abbiamo scoperto – ha detto Patil – è che il volume della materia grigia presente nel solco temporale superiore anteriore sinistro sembra avere un’influenza sul giudizio espresso dagli individui”.
Più l’area è sviluppata, più le persone sono portate a essere indulgenti con colui che ha causato il danno.
L’area era già nota per essere implicata nella capacità di rappresentare lo stato mentale degli altri. La capacità di perdono sarebbe dovuta ad una maggiore capacità di ‘immedesimazione’ nel protagonista e quindi nella non intenzionalità dell’atto.
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