Cronaca

Soda caustica nelle mozzarelle di bufala: sequestri e 5 arresti

Mozzarelle di bufala doc prodotte con latte di mucca “avariato” e  trattato con la soda caustica. Una pratica illecita, e potenzialmente pericolosa per i consumatori, scoperta dalla Guardia di Finanza di Caserta nell’ambito di un’inchiesta che ha portato cinque persone agli arresti domiciliari e tre aziende tra Napoli e Caserta sequestrate e affidate ad un amministratore giudiziario.

Il latte proveniva da allevamenti con bufale malate di tubercolosi, poi trasformato in mozzarella che spesso veniva addirittura esportata all’estero. Per mascherare l’acidificazione o l’invecchiamento del latte munto in tempi diversi rispetto alla sua lavorazione, veniva a questo miscelato della soda caustica, noto minerale usato, tra l’altro, anche come disgorgante per tubi otturati.

L’accusa formulata è chiara: “Commercializzavano mozzarella di bufala con marchio “D.O.P.” contraffatto, in quanto prodotta con l’aggiunta di latte vaccino (peraltro spesso inacidito a causa del lungo tempo trascorso tra il momento della mungitura e la lavorazione finale); – adulteravano sistematicamente il latte usato per la produzione, con l’intento di mascherare il processo di invecchiamento ed acidificazione, aggiungendo alla materia prima dell’idrossido di sodio (ed. soda caustica) – prodotto potenzialmente dannoso per la salute pubblica”.

Gli amministratori e i soci dei tre noti caseifici e i titolari di un allevamento bovino e bufalino della provincia di Caserta, sono finiti nel centro dell’operazione denominata  “Aristeo”.

I tre caseifici coinvolti, due del napoletano e uno casertano, sono stati sequestrati dalle fiamme gialle. E’, invece, scattato il divieto di esercitare per sei mesi l’attività imprenditoriale per cinque persone.

I reati
Contestati i reati di adulterazione del latte utilizzato nel ciclo produttivo, di commercializzazione di prodotti alimentari potenzialmente nocivi per la salute e la contraffazione del marchio Dop. Le aziende coinvolte commercializzavano mozzarella di bufala col marchio Dop nonostante facessero ricorso al latte vaccino, peraltro spesso inacidito a causa del lungo tempo trascorso tra il momento della mungitura e quello della lavorazione. Una delle aziende, inoltre, era socia del Consorzio della mozzarella di bufala Dop.

Grazie all’Asl localesi è riusciti a smascherare un vero e proprio sistema criminoso che violava in contemporanea più disposizioni, dalla contraffazione della denominazione di origine delle mozzarelle di bufala campana attraverso l’uso nel ciclo produttivo di un additivo non autorizzato, alla immissione nel mercato di prodotti altamente pericolosi per la salute del consumatore, passando per la violazione dei protocolli sanitari.

Redazione

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