Salute

Super chirurghi grazie alla robotica: l’Italia prima in Europa

Super chirurghi grazie alla robotica. L’Italia si piazza al primo posto insieme alla Francia per il numero di interventi, circa 18 mila, eseguiti grazie all’utilizzo di “super chirurghi”.

Super chirurghi grazie alla robotica, più di 18 mila interventi eseguiti con il loro utilizzo

In Italia sono stati eseguiti circa 18 mila interventi chirurgici utilizzando dei robot. Sono dei veri e proprio super chirurghi, chiamati cosi perché dotati di sensi aumentati. Il loro impiego va a migliorare infatti i risultati di prospettiva. I settori dove sono più utilizzati i super chirurghi sono quello ginecologico e urologico: in questi campi il loro utilizzo ha fatto registrare notevoli successi, poiché permettono di accedere alle anatomie più complesse con una maggiore precisione, una minore perdita di sangue e un decorso post operatorio più lieto, con una riduzione di tempi di degenza e degli effetti collaterali.

Queste nuove tecnologie in campo operatorio permettono inoltre la visione tridimensionale immersiva, aumentando di 10 volte la normale visione dell’occhio umano. La presenza di questi robot nelle sale operatorie si distribuisce in tutto il territorio italiano; il centesimo robot Da Vinci è infatti stato installato al policlinico di Catania, evento che va a individuare l’avvio di un percorso di uniformazione tra nord e sud Italia.

Super chirurghi: Il Robot Da Vinci

Il robot Da Vinci sono presenti nelle sale operatorie di tutto il mondo. Solo in Europa ve ne sono 742, mentre gli Stati Uniti ne vantano 2862 installati. Come spiega il direttore marketing e comunicazione di Ab medica Francesca Cerruti, il robot Da Vinci “è un sistema robotico per chirurgia mini invasiva utilizzato in 94 ospedali in Italia. Aiuta a diventare super chirurghi, si possono manovrare tre strumenti e una fibra ottica in 3D contemporaneamente, consentendo una sorta di navigazione nel corpo umano con una qualità di risultati altissima”.

Investire su questo robot comporta una spesa importante, circa 2 milioni di euro, ma secondo il professore Giuseppe Mario Ludovico , direttore dell’Unità operativa di Urologia dell’Ospedale Generale regionale F.Miulli, ne vale la pena, aggiungendo che “viene usato in molte specialità chirurgiche, dall’urologia all’otorinolaringoiatria. Grazie alla capacità di penetrazione nell’organismo è come avere la propria testa dentro il corpo umano. La precisione dell’intervento è massima senza contare che il paziente torna a casa in pochissimi giorni”.

Redazione

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