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Trump rompe l’accordo sul nucleare: “Teheran non lo ha rispettato”

Il presidente Donald Trump ha deciso di rompere l’accordo sul nucleare iraniano perchè “Non più funzionale agli interessi americani e non rispettato da Teheran, almeno nello spirito”.

Si tratta della “de-certificazione” che rispedisce al Congresso statunitense il compito di decidere cosa fare: 60 giorni di tempo in cui il Congresso potra’ re-imporre le sanzioni contro l’Iran che erano state sospese due anni fa. L’accordo sul nucleare iraniano, il cosiddetto Piano Integrale di Azione Congiunta (Jcpoa) firmato a Vienna nel luglio 2015, non assegna in realtà alcun compito al presidente americano.

Volato l’accordo a causa di test missilistici balistici

Il presidente ha il compito di certificare ogni 90 giorni se l’Iran stia o meno rispettando i termini dell’accordo. Trump dirà che l’Iran, come ha anticipato la Casa Bianca, sta violando lo spirito dell’accordo attraverso i test di missili balistici, il suo sostegno a gruppi come Hezbollah, Hamas e le milizie sciite in Iraq e in Siria, che gli Usa considerano organizzazione terroristiche.

Se il Congresso dovesse votare un nuovo pacchetto di sanzioni, gli Usa si saranno di fatto sfilati dall’accordo. A quel punto la sua sopravvivenza dipedera’ dagli altri firmatari.

La risposta dell’Iran

L’Iran ha gia’ lasciato intendere che potrebbe chiamarsi fuori dall’accordo. La risposta di Teheran non si è fatta attendere. Se gli Usa decideranno di ritirarsi dall’accordo sul nucleare iraniano, anche Teheran abbandonerà l’intesa. Il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha detto che «se gli Usa non lo attuano, non rimarrà niente dell’accordo sul nucleare». «Prima di tutto è un’offesa all’Onu – ha detto Larijani -. Ma l’accordo sul nucleare iraniano, il cosiddetto il Piano globale di azione comune (l’accordo sul nucleare iraniano, il cosiddetto Jcpoa, ndr) implica che l’Iran possa adottare misure di ritorsione».

Cosa prevede l’accordo

L’intesa Jcpoa è stata sottoscritta anche da Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania, tutti Paesi che premono perche’ non venga abbandonata. Trump potrebbe anche chiedere al Congresso di imporre sanzioni aggiuntive (che puniscano cioe’ non solo il programma nucleare, ma anche il programma balistico), senza cioè mettere fine alla partecipazione all’accordo nucleare.

L’accordo firmato nel luglio del 2015, dalle sei potenze mondiali e Teheran alleggeriva il regime delle sanzioni economiche in cambio di un monitoraggio internazionale sulle sue attività di sviluppo nucleare.

L’accordo prevede la riduzione del numero delle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio da 19mila a poco piu’ di 5mila; limita a un solo sito, quello di Natanz, l’arricchimento dell’uranio e consente l’ispezione dei siti.

Redazione

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