ROMA – Sono passati ormai tre mesi dall’inizio di quella che doveva essere, nelle -sole- intenzioni della Russia, un’operazione militare lampo e che, invece, si è trasformata in una vera e propria guerra.
Ad oggi, dopo 90 giorni di combattimenti in terra Ucraina, poco più della metà degli italiani (56,2%) non si ritiene coinvolto direttamente in questo conflitto e ritiene che il nostro Paese non sia in guerra.
Una percezione che si fa ancora più forte nella fascia di popolazione più giovane.
E’ importante evidenziare, però, come 1 italiano su 3, soprattutto a causa dell’invio di armi all’Ucraina, ritiene l’Italia praticamente in guerra (34,6%).
Le conseguenze di questo scontro si sono registrate anche a livello economico con un aumento generale dei prezzi e, in particolare, di gas e petrolio, con un rischio concreto di una prossima crisi energetica che potrebbe investire tutta l’Europa.
Per affrontare questo problema, quindi, poco più di 1/3 degli italiani, ritiene necessaria l’implementazione di strategie prese in accordo tra la maggioranza degli stati membri, mentre per 1 su 4, per renderli efficaci, questi accordi dovranno essere presi all’unanimità.
Dati Euromedia Research – Realizzato il 24/05/2022 con metodologia mista CATI/CAWI su un campione di 1.
000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.
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