Russia, Turchia, Iran hanno firmato ad Astana un accordo di intesa sulla costituzione di zone-cuscinetto nelle zone di confine della Siria, per proteggere i profughi.
Mosca ha comunicato che ci sarebbe anche l’appoggio degli Stati Uniti. Le safe-zone dovrebbero situarsi al confine con la Turchia e la Giordania, dove è più alto il numero di sfollati. Sarebbero esentate da operazioni militari e raid.
Bisogna però garantite le istanze dei curdi, alleati degli Stati Uniti e del regime di Damasco, nell’accordo russo-turco. Erdogan considera i guerriglieri dello Ypg un’organizzazione terroristica e non vuole che sia loro a liberare Raqqa. Un ingresso in profondità delle truppe turche e miliziani alleati non è però tollerato dal governo siriano e metterebbe in difficoltà gli stessi Stati Uniti. E’ questo il nodo più difficile da sciogliere.
L’opposizione armata siriana ha però respinto il documento, inaccettabile perché non include “tutto il territorio della Siria”. Le richieste dei ribelli pervedono anche il ritiro delle milizie sciite appoggiate dall’Iran. La Giordania non ha partecipato ai colloqui, ma il governo ha avuto contatti bilaterali con i russi per discutere del piano.
L’accordo è frutto di un summit fra Vladimir Putin e Erdogan, che ha dato un importante impulso ai negoziati. Su queste aree, ha detto Putin, si potrebbe istituire un “divieto di sorvolo”, a patto che i ribelli rispettino il cessate-il-fuoco.
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