Una donna padovana vuole interrompere la sua gravidanza ma 23 ospedali respingono la richiesta. Solo la Cgil conclude il lungo calvario della donna.
Una donna di 41 anni, di Padova, già mamma di due bambini scopre a dicembre di essere incinta. Nel rispetto dell legge 194 decide di abortire entro i 90 giorni di gravidanza. Gli ospedali di Padova, ben 23, non vogliono procedere con l’aborto, cosi è costretta a viaggiare fino al Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino. Tutti gli ospedali respingono la richiesta.
Le risposte dei medici sono sempre le stesse: “Siamo obiettori” o “Mi dispiace, non c’è posto”. Al secondo mese di gravidanza la donna fa l’ultimo tentativo: la Cgil. È grazie al sindacato che il calvario della donna termina in un ospedale di Padova.
La Cgil trova inconcepibile il fatto che una donna si trovi una situazione cosi difficile per garantire il rispetto di una legge. Ogni struttura pubblica, oltre all’obiezione di coscienza dovrebbe garantire quanto richiesto in casi simili. Sarà forse il caso di assumere anche ginecologi non obiettori.
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