Sono otto anarchici, militanti delle compagini anarco-insurrezionaliste gli uomini fermati dalla Polizia di Stato tra le province di Firenze, Roma e Lecce, in collaborazione con i carabinieri per i due attentati di Firenze e Rovezzano.
Nello specifico cinque persone sono finite in manette per la bomba di Capodanno che nel capoluogo toscano causò gravi mutilazione all’artificiere Mario Vece (perse una mano e un occhio). Mentre altri tre sono stati fermati per l’attentato del 21 aprile scorso contro una caserma dei carabinieri a Rovezzano, colpita dal lancio di una molotov.
L’operazione è stata resa urgente dal pericolo di fuga degli indagati. L’attentato fiorentino di Capodanno era diretto contro una sede di CasaPound. Il pacco bomba, infatti, era stato piazzato tra le maglie della saracinesca della libreria “Il Bargello” di via Leonardo Da Vinci, che fa riferimento al movimento di estrema destra.
L’ordigno aveva un timer ed è esploso quando il tecnico della polizia ha iniziato a esaminarlo. Il sovrintendente di polizia Mario Vece, artificiere intervenuto a disinnescare l’ordigno, fu investito dall’esplosione della bomba e subì l’amputazione di una mano e la perdita dell’occhio destro.
Uno degli anarchici fermati per l’attentato di Capodanno è stato identificato grazie al Dna lasciato sull’ordigno. E in base ai reperti dove sono state trovate le tracce biologiche, si tratterebbe di colui che ha materialmente costruito l’ordigno.
Nelle operazioni sono coinvolti circa 200 tra poliziotti e carabinieri. Due degli anarchici hanno cercato di sfuggire alle forze dell’ordine salendo insieme ad altri sul tetto di un edificio occupato da tempo, una casa di campagna alla periferia del capoluogo toscano nota come “La riottosa”.
Altre tre persone sono state arrestate in esito alla stessa indagine, dalla Digos della Questura di Firenze congiuntamente al Ros dell’Arma dei Carabinieri, per il precedente attacco del 21 aprile 2016 a colpi di molotov alla stazione dei Carabinieri di Rovezzano-Firenze.
I provvedimenti di fermo sarebbero motivati da consistenti indizi per i tre militanti arrestati per il porto e il lancio degli ordigni incendiari alla caserma dei Carabinieri.
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