Continua a salire il conto delle vittime dopo l’attacco aereo con gas chimici in Siria. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani le vittime accertate nel villaggio di Khan Sheikhun sarebbero 86, tra cui 30 bambini e 20 donne. Mancano all’appello tante persone, il conto potrebbe salire a 107.
L’Onu ha scritto una bozza per intervenire, respinta da Mosca. L’Alto rappresentante Onu per il disarmo, Kim Won-Soo dichiara: “Se le informazioni saranno confermate, il peggiore attacco in Siria dal 2013. L’Onu si aspetta piena cooperazione da parte degli Stati membri per identificare i responsabili”. La Russia ha definito inaccettabile la bozza: “Gli Usa hanno presentato una risoluzione al consiglio di sicurezza dell’Onu basandosi su rapporti falsi”, dice un portavoce russo. Secondo quanto riportano le fonti russe, l’attacco aerero siriano ha in realtà centrato un deposito di armi chimiche dei ribelli anti-Assad. Gli americani danno la notizia come falsa.
Da Mosca proseguono: “Condanniamo l’uso di armi chimiche in ogni circostanza, gli autori devono essere ritenuti responsabili, ma la campagna anti-Damasco deve essere cestinata nella discarica della storia”.
L’ambasciatore americano dell’Onu, Nikki Haley non è d’accordo: “Il regime di Damasco non ha alcun incentivo a non usare più le armi chimiche, a meno che la Russia non smetta di proteggerlo. La Russia ha invece scelto di chiudere gli occhi davanti alla barbarie, ma non può fuggire dalla sue responsabilità. La Russia, come l’Iran, non ha interesse alla pace”.
Il presidente statunitense, Donald Trump, ha definito l’attacco aereo “terribile e spaventoso, un affronto all’umanità che non può essere tollerato”. Il magnate americano dichiara: “Quello che ho visto ieri su bambini e neonati ha avuto un grande impatto su di me e ha cambiato il mio atteggiamento verso la Siria e Assad”.
L’ambasciatore italiano, Sebastiano Cardi, dice: “Fintanto che nessuno sarà ritenuto responsabile per questi crimini di guerra e crimini contro l’umanità, resterà l’incentivo a continuare a perpetrarli. Per questo, lottare contro l’impunità, identificare i responsabili e portarli davanti alla giustizia deve essere una priorità condivisa di questo Consiglio, una priorità che unisca e non che divida”.
Anche papa Francesco fa appello ai responsabili: “Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria. Esprimo la mia ferma deplorazione per l’inaccettabile strage nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini. Faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra. Incoraggio, altresì, gli sforzi di chi, pur nell’insicurezza e nel disagio, si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione”.
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