Sul divieto delle bollette 28 giorni scende in campo anche il Pd che presenta un emendamento al decreto fisco. L’emendamento, a firma Esposito e Marcucci prevede il divieto assoluto in tutti i settori soggetti ad authority indipendenti, di emettere fatture a 28 giorni, in modo non solo da fermare chi già lo fa, come le Tlc o le pay tv, ma anche per evitare che altri vengano tentati dall’idea.
La proposta di modifica fa riferimento ai pagamenti dei servizi previsti dalla legge istitutiva delle Autorità di regolazione e stabilisce sanzioni fino a 5milioni (che in caso dell’inosservanza dei provvedimenti delle Autorità possono raggiungere anche i 300 milioni di euro), insieme a un «indennizzo forfetario, non inferiore ad euro 50, in favore di ciascun utente interessato dalla illegittima fatturazione».
L’emendamento punta inoltre a raddoppiare, fino a 5 milioni di euro, l’apparato sanzionatorio previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche. La commissione Bilancio del Senato ha iniziato ad esaminare oggi il decreto fiscale (che accompagnerà la Legge di Bilancio) approvato il 13 ottobre dal Cdm. Calenda ha precisato:”È chiarissimo che si tratti di una pratica commerciale scorretta”.
Fonti del Ministero dello Sviluppo in riferimento alla nota diffusa da Asstel, con la quale l’associazione ha ribadito la legittimità di tale tariffazione a 28 giorni, hanno fatto sapere già stamattina che quest’ultima rappresenta a loro avviso una pratica commerciale scorretta che verrà esplicitamente vietata attraverso appositi strumenti legislativi nelle prossime settimane.
In un comunicato stampa odierno Asstel (l’Associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta le imprese di telecomunicazione fissa e mobile) ha sottolineato in merito alla vicenda della fatturazione a 28 giorni che «gli operatori telefonici che propongono un periodo di fatturazione a 28 giorni hanno adottato comportamenti legittimi in quanto la tariffazione è a tutti gli effetti una componente dell’offerta commerciale».
E che «va salvaguardato il modello liberalizzato che ha caratterizzato il mercato della telefonia negli ultimi venti anni, con notevoli benefici per il Paese in termini di costante diminuzione dei prezzi dal 2010, consistenti investimenti dell’ordine di circa 6,5 miliardi di euro l’anno, servizi innovativi in continua crescita quantitativa e qualitativa». Per Asstel «intervenire con un obbligo legislativo sui prezzi andrebbe contro tutto questo e ci porterebbe in un quadro normativo di dubbia compatibilità con quello europeo».
Sulla questione, lo scorso marzo era scesa in campo l’Agcom indicando agli operatori di telefonia fissa come scadenza per la fatturazione 30 giorni e non 28. La cosa non era piaciuta alle varie compagnie che avevano risposto facendo ricorso al Tar. Il Tribunale amministrativo ha accolto la sospensiva rinviando per il giudizio di merito al 7 febbraio.
Intanto, però, i vari operatori anziché adeguarsi hanno optato tutti per la bolletta ‘corta’ costringendo Autorità ad avviare i procedimenti sanzionatori. A tutto questo ha fatto seguito l’intervento delle associazioni dei consumatori che hanno lanciato petizioni, organizzato azioni collettive e sollecitato l’intervento del governo.
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