La Cassazione ha deciso: gli sms dell’amante saranno una prova valida per il tradimento. La cronologia dei messaggi, se incriminata, basterà per presentare la richiesta di separazione. L’addebito sarà a carico del coniuge che ha tradito. La decisione è giunta dalla corte d’appello di Milano.
È ciò che dice la sentenza 5510, depositata lunedì, che conferma la presa di posizione della corte di appello di Milano. Il primo caso, che ha fatto da “cavia” e da episodio scatenante, è quello di una coppia di Milano. I due coniugi, genitori di tre figli di cui due minorenni, avevano divorziato per poi riunirsi nel 2007, ma la moglie ha scoperto che lui aveva un’amante. Prova inconfutabile, i messaggi sul cellulare del marito.
La corte d’appello “ha giustificato l’addebito per la violazione dell’obbligo di fedeltà, in ragione della scoperta, nel novembre 2007, di messaggi amorosi pervenuti sul cellulare del marito e scoperti e letti attentamente dalla moglie”. Le scusanti del marito non hanno retto ed è comunque stato giudicato colpevole.
L’ex marito dovrà versare alla moglie duemila euro al mese di mantenimento e tremila euro al mese per i tre figli, che sono stati dati in affidamento alla madre.
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