Cronaca

Cerberus rientra in gioco: interessato all’acquisto di Alitalia

Il fondo d’investimenti americano Cerberus torna a manifestare interesse per l’acquisto di Alitalia. Il fondo non rientra tra i sette soggetti che hanno presentato una formale e vincolante proposta, come prevede la procedura gestita dai tre commissari nominati dal governo, ma è tra quelli che avevano animato la fase preliminare, quella delle offerte non vincolanti, ma poi non aveva partecipato alla fase successiva a causa dei «termini troppo restrittivi» previsti dalla gara.

Fondata negli Usa nel 1992, Cerberus è un’azienda operante nei fondi di investimento, ossia un fondo di private equity. È specializzata in particolare in «investimenti in difficoltà» e conta più di 40 miliardi di dollari in gestione in fondi e conti. Gli investimenti sono tra i più vari, dai fondi pensionistici privati, a compagnie di beneficenza e assicurative, a fondi sovrani.

Cerberus vuole approfittare dell’allungamento dei tempi per l’assegnazione del fatto che le offerte di Lufthansa e Easy Jet, non riguardano tutta la compagnia (attività di volo e attività di terra) ma solo parti della stessa, mentre il governo vorrebbe vendere l’intera Alitalia per preservarne il valore e i livelli occupazionali.

 

Le possibilità di Cerberus di rientrare in gioco

Se la gara tra i sette dovesse fallire, cioè se i commissari ritenessero inadeguate tutte le offerte vincolanti presentate il fondo si potrebbe unire strada facendo a uno dei sette concorrenti. Va infine ricordato che Cerberus pone due condizioni per concretizzare il suo interessamento ad Alitalia: che ci sia una ristrutturazione della compagnia e che ci sia una partecipazione dello Stato nel capitale. La decisione finale sulla gara, che non può essere riaperta e nella quale ripetiamo Cerberus non è presente, spetterà al governosulla base delle conclusioni cui giungeranno i commissari.

Intanto continuano le trattative tra le parti interessate e i tre commissari della compagnia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. L’accordo con l’acquirente dovrà essere sottoscritto entro il 30 aprile, poi ci saranno tra i 4 e i 6 mesi per trovare l’intesa con i sindacati e ottenere il via libera dell’antitrust europeo. L’ex compagnia di bandiera ha ossigeno in cassa ancora per più di un anno, grazie ai 900 milioni di prestito pubblico concesso dallo Stato.

 

Redazione

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