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Congresso Usa azzera le tutele della privacy on line: dati in pericolo

Un durissimo colpo alla privacy su internet. La Camera dei Rappresentanti, con 215 voti a favore e 205 contrari, ha abolito la normativa, introdotta da Barack Obama.  Norma che avrebbe impedito agli internet provider di vendere i dati personali dei loro clienti senza autorizzazione esplicita.

Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e inquiete per la potenziale disseminazione di dati sensibili.

In pericolo dati quali l’appartenenza religiosa, l’orientamento sessuale, lo stato di salute o informazioni geografiche degli utenti.

Invece i difensori repubblicani dell’abrogazione ritengono che questo permetterà di mettere su un piano di parità nel marketing i provider come Verizon e Comcast, con i giganti di internet come Google e Facebook, che fanno riferimento ad altri regolamenti.

“Queste informazioni includono anche i dettagli più intimi della vita di una persona.

I consumatori devono poter controllare ciò che le aziende fanno di queste informazioni”, ha detto Natasha Duarte, del Centro per la democrazia e la tecnologia.

Tra le informazioni di cui potranno disporre, ci sono dati come la cronologia di navigazione, l’uso delle app, i prodotti acquistati online e la localizzazione.

 

Le critiche

I Democratici insistono sul fatto che  senza le restrizioni, gli internet provider come Comcast, Verizon o At&t potranno vendere al miglior offerente  informazioni preziose per gli inserzionisti pubblicitari che avranno a disposizione profili altamente personalizzati.

Dalle ricerche web emergono dati che vanno dalle abitudini di acquisto alle preoccupazioni relative alla salute, dai ristoranti preferiti alla la musica che si ascolta, da dove si va in vacanza alla nostra banca, fino ai nostri orientamenti sessuali, religiosi, politici.

Non a caso, At&t, in vista dell’entrata in vigore delle norme per la tutela della privacy alla fine dell’anno, aveva già ipotizzato un canone ridotto per chi accettava di cedere tutti i dati di navigazione.

La risposta dei repubblicani

La cancellazione delle tutele, e questa è una delle argomentazioni dei repubblicani, consentirà ai provider internet di accedere al ghiotto mercato della pubblicità on line, oggi dominato da Google e Facebook, che però non sono indispensabili come gli Isp per l’accesso al web e consentono di cancellare la cronologia delle ricerche.

Il Washington Post sottolinea come il prossimo passo del Congresso potrebbe essere quello di mettere in discussione la neutralità della rete, cioè il principio in base al quale il traffico internet debba essere trattato allo stesso modo, senza discriminarne l’accesso, ovvero senza che i provider possano trattare in modo diverso dati e connessioni dando priorità ad alcuni servizi a scapito di altri.

Redazione

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