Le donne non possono guidare, hanno poco cervello: parola di sceicco

Le donne non possono guidare, hanno poco cervello: parola di sceicco

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Perchè le donne in Arabia Saudita non possono guidare? Lo sceicco Saad Al Hajry, presidente del Consiglio della fatwa della provincia di Asir, ha una sua teoria. Le donne non possono guidare perché hanno un quarto di cervello.

Durissima reazione sui social media arabi

Durante un incontro pubblico (riservato a un uditorio maschile) Al Hajry ha così argomentato: “Le autorità darebbero la patente a un uomo che dimostra di avere solo metà cervello?”. I presenti hanno risposto con un deciso no. Il religioso ha concluso: “E perchè mai dovrebbe darla alla donna che ne ha solo un quarto. Ovviamente non è colpa sua, ma è un aspetto fisiologico”.
Le parole dello sceicco hanno provocato una durissima reazione – non solo fra le donne – sui social media arabi. La campagna per la guida alle saudite è fra le più popolari. In molte hanno ricordato l’altro argomento “medico” contro la guida alle donne, all’origine di un video diventato famoso in tutto il mondo un paio di anni fa: le donne non possono guidare perché questo danneggia il loro sistema sistema riproduttivo.

Le donne arabe vicine all’obiettivo

Nonostante le parole dello sceicco, decisamente controcorrente il Paese va avanti, fra poco meno di un mese la Shura, organo consultivo della monarchia, discuterà la proposta di concedere alle donne sopra ai 40 anni la patente.

Un provvedimento voluto dal principe ereditario Mohammed Bin Salman, 32 anni, che nel giro di qualche salirà al trono al posto del padre secondo indiscrezioni sempre più frequenti, ci sarà anche con tutta probabilità quella relativa all’annoso problema della guida femminile: i permessi potrebbero essere dati solo alle donne con più di 40 anni e solo nelle città, secondo i progetti circolati nel Regno.

A dimostrazione del cambio di approccio, c’è il fatto che una donna che si è travestita da uomo per guidare qualche settimana fa è stata sì fermata dalla polizia, ma non ha vissuto le settimane di isolamento e detenzione che solo due anni fa erano comuni.

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