Cronaca

Ex calciatore ucciso a Milano: fermati una donna e il figlio

Ex calciatore ucciso a Milano. E’ stato ritrovato il corpo di Andrea La Rosa, scomparso il 16 novembre: il cadavere con la gola tagliata è stato trovato nel bagagliaio di una macchina sulla superstrada Milano-Meda.

L’ultima volta in cui era stato visto in pubblico era il 14 novembre, quando partecipò alla presentazione del nuovo allenatore Marco El Sheik, arrivato alla prima squadra del Brugherio. Poi quel viaggio a Quarto Oggiaro durante il quale sembrava essere sparito. Fino al ritrovamento del corpo, in un fusto, a bordo dell’auto condotta dalla donna, interrogata a lungo con l’uomo sospettato di avere avuto un ruolo nella vicenda.

Ex calciatore ucciso a Milano: ci sono due fermi

Una donna e suo figlio sono stati fermati dai carabinieri di Milano con l’accusa di aver ucciso l’ex calciatore. Alla guida dell’auto che conteneva il cadavere dell’uomo c’era Antonietta Biancaniello, fermata ieri pomeriggio. In seguito, come scrive il Corriere della Sera, è stato fermato il figlio, Raffaele Rullo. I due sono stati interrogati per tutta la notte nella caserma di via Moscova. A bordo dell’auto c’erano flaconi di acido.

Madre e figlio erano già stati ascoltati in seguito alla denuncia di scomparsa presentata da una zia di Andrea, socio di una società di consulenza.

Dalle prime indagini è emerso che i due indagati avevano ricevuto in prestito da Andrea del denaro, e non volevano restituirlo. Per questo hanno deciso di ucciderlo. L’autore materiale dell’omicidio sarebbe stato il figlio della donna.

L’uomo era scomparso da un mese

Per quasi un mese, i resti di Andrea La Rosa sono stati sigillati e conservati all’interno di un bidone, mai uscito dallo stesso quartiere periferico di Milano. Gli investigatori erano arrivati a loro grazie alle testimonianze di allenatori e giocatori del Brugherio calcio, la società della quale La Rosa era direttore sportivo.

Il 35enne milanese ha un passato in serie C come calciatore, poi in diverse altre categorie. Da qualche anno era approdato all’altro lato della panchina, come dirigente sportivo. Dopo aver fatto esperienza al Desio Calcio e alla Cinisellese, Andrea era appena arrivato a dirigere il Brugherio 1968, società brianzola con la prima squadra in Eccellenza.

Le ricerche del Nucleo investigativo avevano escluso l’ipotesi di una fuga all’estero di La Rosa. Nessuna telecamera aveva registrato passaggi dell’Audi, il suo nome non era nelle liste d’imbarco dei voli, non c’erano stati prelievi sul conto corrente, le carte di credito non erano state attivate per l’acquisto di biglietti del treno. Si pensava che il cadavere potesse essere stato seppellito nei boschi ai margini di Quarto Oggiaro.

 

Redazione

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