Ancora brutte notizia per Fabrizio Corona: il Tribunale di sorveglianza ha respinto la richiesta di affidamento comunitario per l’ex fotografo dei vip. Lo hanno detto i legali dell’ex fotografo dei vip Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra.
«Era stato chiesto che Corona fosse affidato a una comunità a 180 km di distanza da Milano in un regime molto controllato, perché così operano le comunità», ha detto l’avvocato Calcaterra, precisando che la soluzione era stata individuata con il parere favorevole di tutti gli operatori del carcere che da ottobre scorso hanno lavorato con Corona. «Senza l’accusa della Boccassini che poi è caduta nel processo, Fabrizio sarebbe ancora fuori dal carcere in affidamento in prova». Corona è detenuto da quasi un anno per la vicenda dei circa 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria.
“Fabrizio ha intenzione di fare lo sciopero della fame”, ha affermato l’avvocato. “Noi abbiamo cercato di dissuaderlo – ha spiegato l’avvocato Chiesa – ma Fabrizio ha il carattere che ha e è molto determinato”. “Corona è Corona e ha un carattere molto determinato – ha aggiunto l’avvocato Chiesa – e quando ha saputo che sarebbe dovuto rimanere in carcere ha detto “questa volta vado fino in fondo e faccio lo sciopero della fame”. Speriamo di riuscire a dissuaderlo». Corona con i suoi legali si è anche lamentato del fatto che, nonostante abbia “fatto il bravo per tutto il processo questo non sia servito a niente”, ha concluso Chiesa.
“Tutti ci aspettavamo che Fabrizio potesse tornare a casa dopo la sentenza positiva a suo favore o almeno che potesse andare ai servizi in comunità”ha sottolineato l’avvocato. L’affidamento gli era stato revocato per la vicenda dei 2,6 milioni di euro nascosti, in parte, in un contro soffitto e per le foto ‘hot’ in barca a Capri con la fidanzata Silvia Provvedi del maggio 2016.
Ma si parla anche di “concreti elementi” che testimoniano la “attuale pericolosità sociale” di Corona che quando era in affidamento in prova sul territorio “ha commesso plurime violazioni delle prescrizioni”, come quando nel gennaio 2016 è stato controllato in auto dalla polizia stradale di Trani mentre era “in compagnia di pregiudicati”. Nell’atto di diniego, il magistrato elenca anche altri fatti: quando Corona fu beccato in moto “senza patente” e le “assenze del Corona ai colloqui” al Sert e “ai controlli tossicologici”. Gli scatti del maggio 2016 che hanno messo nei guai Corona.
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