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Giro d’Italia parte da Gerusalemme, per le Ong “scelta inopportuna”

Giro d’Italia parte da Gerusalemme. E’ tutto pronto in Israele per la partenza del Giro d’Italia. Inn apertura la consueta passerella per la presentazione delle squadre: 176 corridori per la prima volta fuori dall’Europa. Si inizierà con una tappa a cronometro.

Giro d’Italia: imponenti misure di sicurezza a Gerusalemme

Il Giro d’Italia è giunto all’edizione 101, l’apparato di sicurezza messo in campo dalla polizia a Gerusalemme è massiccio. Sul Giro, comprese le altre due tappe nel nord e nel sud del paese,  vigileranno più di 4mila agenti e circa 2mila guardie private. Ogni gara sarà preceduta da 50 motociclisti della polizia.

La scelta di Gerusalemme ha suscitato molte polemiche nei mesi scorsi. La minaccia di Israele di non prendere parte alla manifestazione aveva infatti spinto gli organizzatori a cancellare la dicitura “Gerusalemme Ovest” dal sito ufficiale dell’evento.

Le dichiarazioni delle Ong sulla scelta di Gerusalemme

Le Ong hanno dichiarato di ritenere la “Scelta inopportuna”.  Sul tema si è espressa anche la piattaforma delle Ong italiane in Mediterraneo e Medio Oriente, che riunisce più di 40 Organizzazioni Non Governative tra cui Terre des Hommes.

“La scelta di far partire il Giro d’Italia da Gerusalemme, avendo peraltro rimosso l’originaria dicitura Gerusalemme Ovest è inopportuna – spiegano le Ong – perché sembra voler avallare la pretesa israeliana che la città sia la capitale ‘unica e indivisibile’ dello stato di Israele e di conseguenza l’illegale annessione di Gerusalemme Est allo stato di Israele, in violazione del diritto internazionale e di molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite. Tale scelta rischia di alimentare tensioni perché il Giro d’Italia comincia in un momento assai difficile della storia palestinese, quando, dal 30 marzo ad oggi, l’uso sproporzionato della forza da parte dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza ha causato l’uccisione di almeno 44 civili palestinesi”.

Il caso Froome

Polemiche anche sull’aspetto sportivo in merito al caso di Chris Froome. Il britannico, vincitore di quattro Tour de France, era risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato durante l’ultima Vuelta. Ma la vicenda non è mai stata del tutto chiarita.

Secondo le analisi, Froome avrebbe assunto il Salbutamolo, un broncodilatatore del quale fa uso poiché soffre d’asma, in quantità superiore al tetto consentito. Ma il corridore non è mai stato sospeso.

Tom Dumoulin, vincitore del Giro 2017 ha dichiatrato in merito: “La presenza di Froome qui non è un bene per il ciclismo. Magari vincerà e dopo poche settimane decideranno che perderà il successo. Non sarebbe gradevole neppure per lui – spiega l’olandese – La mia squadra aderisce al movimento del ciclismo credibile e prevede la sospensione di un corridore positivo. Io al posto di Froome non avrei partecipato a questa edizione del Giro”.

Redazione

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