La madre di uno degli attentatori di Londra del 3 giugno, l’unico italiano, parla ai microfoni di Repubblica. Lei si chiama Valeria Kadija Collina e chiede silenzio e rispetto, nonostante suo figlio “abbia fatto qualcosa di atroce e non potrà mai essere giustificata”. In quell’attentato ci sono stati 7 morti e più di 50 feriti: “Chiedere perdono ai familiari delle vittime sembra quasi banale”, dice.
“Mio figlio me lo ha portato via l’ignoranza e la cattiva informazione. Il cattivo Islam e il terrorismo sono questo. Ignoranza e cattiva informazione”, esordisce la donna. Si era accorta che suo figlio era cambiato ormai da qualche tempo. Nelle foto che le mandava era sempre più serio e meno sorridente. Parlavano spesso di religione e politica, mettendo da parte il resto. Valeria temeva che suo figlio si stesse radicalizzando.
“Non abbiamo capito cosa stesse succedendo”. Si auto-colpevolizza e aggiunge: “Quando mi parlava della Siria e del fatto che voleva trasferirsi in quel paese, non lo diceva certo perché volesse andare a combattere per l’Isis, ma perché sosteneva che in quella parte del mondo si poteva praticare l’Islam puro e perché voleva mettere su famiglia. Lo diceva sorridendo e io sorridendo gli dicevo che era fuori di testa e che io non lo avrei seguito mai perché stavo bene dove sono. La radicalizzazione secondo me è avvenuta in Marocco, attraverso internet e poi a Londra, frequentando gente che lo ha deviato facendogli credere cose sbagliate. Suo padre è un moderato, sua sorella non ha abbracciato la nostra fede, nessuno nella nostra famiglia è vicino in alcun modo con quel mondo fatto di stupidi radicalismi”.
Poi un messaggio contro i pregiudizi: “Per noi l’Islam vero è altro, è cultura e conoscenza. Per questo ai ragazzi della sua età dico che devono studiare, conoscere e capire. È l’unico modo per difendersi dal radicalismo. Posso fare qualcosa contro il terrorismo. Posso fare dei corsi di antropologia delle religioni anche qui, anche a Bologna”.
Gli imam non intendono effettuare un funerale per il ragazzo. Sua madre capisce le motivazioni: “È doloroso, ma capisco la loro scelta. Un segnale va mandato”.
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