Tv e Spettacolo

La ragazza nella nebbia, dalla carta al grande schermo: Donato Carrisi da vita al romanzo

La ragazza nella nebbia è un film di genere giallo del 2017, diretto da Donato Carrisi, con Toni Servillo, Alessio Boni e Jean Reno. È tratto dall’omonimo romanzo di Donato Carrisi pubblicato da Longanesi nel 2015 e che, insieme a La donna dei fiori di carta.

Trama

Nella sperduta cittadina di Avechot, in mezzo alle Alpi, scompare la giovane Anna Lou, di 16 anni. Ad indagare viene chiamato l’esperto investigatore Vogel, famoso per creare ampia eco mediatica intorno ai casi di cui si occupa. Accorrono infatti ad Avechot giornali e televisioni, i quali si accaniscono pesantemente su un professore della scuola locale, Loris Martini, sul quale ricadono i principali sospetti. La verità, però, si rivelerà più contorta di ciò che si possa pensare.

Donato Carrisi procede ad attingere a mani piene da molto del cinema che l’ha preceduto e in particolare da diversi autori di culto: da David Lynch (Twin Peaks) a David Fincher (di L’amore bugiardo e di Seven), passando per il Giuseppe Tornatore di Una pura formalità e Tomas Alfredson, cui lo accomuna la difficoltà di portare sul grande schermo un noir di successo.

Anche la scelta delle inquadrature, spesso dall’alto, cerca di dare un’impostazione insolita all’insieme, ma rivela, comunque, il punto debole dell’intera operazione, cioè la mancanza di originalità autorale.

Il regista introduce l’interessante tema dei media che trasformano il crimine in uno spettacolo e rende il luogo in cui lo show si svolge vintage.

Carrisi perde l’occasione di esplorare uno dei temi più interessanti della sua storia, ovvero l’interferenza mediatica nella vita delle piccole comunità. Sarebbe stato il primo a farlo in forma drammatica compiuta, dopo la lettura comica di Omicidio all’italiana e Chi m’ha visto?.

La trama de La ragazza nella nebbia, che poteva procedere dritta e lineare, nonostante gli intenzionali depistaggi, si perde in vezzi, in omaggi e strizzatine d’occhio. I dialoghi sono spesso troppo letterari, la recitazione è disomogenea. Le musiche sono individualmente valide.

Paola Chirico

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