Lo spread vola a quota 200. Padoan: “Malattia da curare in fretta”

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Lo spread,  il differenziale del Btp, vola a quota 200 punti, sulla scia delle incertezze politiche del settore bancario italiano e dell’Eurozona.

Sui Btp pesano le incertezze politiche, i timori di declassamento del rating dell’Italia e il botta e risposta tra Roma e Bruxelles sui conti pubblici del Paese. Il rendimento del Btp a 10 anni è al 2,38%.

Preoccupa anche la possibile uscita della Francia, la cosiddetta Frexit, dalla zona Euro. I problemi non riguardano però solo l’Italia e la Francia. Dal Fondo Monetario Internazionale è arrivato un nuovo monito sulla situazione greca. Per l’Fmi Atene rischia ancora una volta di uscire dall’euro, con le trattative tra il Paese ellenico e i creditori internazionali in fase di stallo.

Inoltre, il Fondo non intende partecipare al piano di salvataggio se prima le varie controparti non si accorderanno su revisione economiche molto più profonde e su una sostanziale riduzione del debito che resta “altamente insostenibile”. Le prospettive di crescita inoltre non possono migliorare senza un taglio delle passività di Atene e senza riforme sulle pensioni e sul sistema fiscale.

Intanto, in ambito italiano il decreto legge ‘salva banche’ approda oggi nell’aula di Palazzo Madama, dove incasserà possibilmente la fiducia. In Gran Bretagna è atteso per oggi il voto del parlamento britannico che dovrebbe autorizzare il premier Theresa May ad avviare le misure per l’uscita dall’Unione europea. Fiammata delle esportazioni in Giappone. La bilancia Commerciale nipponica mostra a dicembre un avanzo di 806 miliardi di yen, con una crescita annua record del 315% c spinta da un balzo del 6,6% delle esportazioni.

L’andamento degli spread di queste ore mostra il primo effetto della crisi dell’Euro: l’aumento del costo con cui si ripaga il debito.  Sul tema si è espresso il ministro dell’Economia e delle Finanza Pier Carlo Padoan, che ha affermato:  “Le vicende di questi giorni e di queste ore ci ricordano, in modo un po’ sgarbato, come un paese ad alto debito non possa non occuparsi della sua discesa”. “La riduzione del debito pubblico è un obiettivo centrale della strategia del governo, una malattia da curare”, ha proseguito il ministro di Gentiloni. “Certamente non ha aiutato la deflazione dell’anno scorso: l’Italia nel 2016 ha conosciuto la deflazione e la deflazione fa male al debito perché lo fa aumentare”, ha dichiarato infine Padoan.

Pesano, poi, le parole del presidente di Quaestio, il gestore del fondo Atlante, il quale ha criticato il settore bancario italiano: “Con 4 miliardi di euro entro luglio 2017 avremmo risolto tutte le crisi bancarie e sarebbe stato meno di quanto il sistema bancario abbia impegnato con Etruria e Banche Marche. Sto parlando di soldi buttati via e che noi non abbiamo. Questa è la verità”. Per per quanto riguarda Atlante, “il problema originale “è che siamo in presenza di un “fondo senza risorse e con mancanza di interlocutori”.

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