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Lula condannato a 9 anni, ex presidente Brasile accusato di corruzione

L’ex presidente brasiliano, Luis Inacio Lula da Silva è stato condannato in primo grado a nove anni e sei mesi per corruzione. La condanna a margine del processo riguardante l’inchiesta ‘Lava Jato’ – la Mani Pulite del paese sudamericano, sullo scandalo per i fondi neri del colosso petrolifero Petrobras – nei quali era imputato.

Le accuse

Lula è stato dichiarato colpevole di corruzione attiva, passiva e riciclaggio di denaro. Lula è stato inoltre interdetto dai pubblici uffici per 19 anni. La decisione  entra in vigore solo una volta esauriti tutti i gradi di giudizio. In base alla legge sulla ‘Ficha Limpa’ (Fedina Pulita) sarebbe dunque ineleggibile solo se nel frattempo venisse condannato anche da un organo collegiale.

La condanna emessa dal giudice Moro riguarda il primo caso nel quale Lula è stato coinvolto: i lavori di ristrutturazione di un appartamento “triplex”, un attico, in una località balneare del litorale di San Paolo, Guarujà. Secondo Moro, circostanza che Lula ha sempre negato, i lavori di ristrutturazione nascondevano in realtà il pagamento di una tangente legata allo scandalo Petrobras di 3,7 milioni di reais (circa un milione di euro).

Lula è indagato anche in altre quattro inchieste tra Curitiba e Brasilia. Nei prossimi mesi la sua proverbiale forza combattiva è destinata a spostarsi dalla piazza alle aule di tribunale.

L’ex presidente (71 anni) non verrà portato in carcere finché la condanna non verrà confermata in appello ma a questo punto diventa molto difficile che Lula possa ripresentarsi, come aveva già deciso di fare, alle elezioni presidenziali previste per l’ottobre del prossimo anno. Gli avvocati dell’ex presidente hanno presentato appello.

Il Paese in crisi profonda, molti dirigenti di partito accusati di corruzione

Dopo Lula, con il rallentamento dell’economia internazionale, il Brasile è entrato in crisi. In pochi mesi sono caduti, condannati e finiti in prigione, i due più importanti dirigenti del partito di Lula, l’ex ministro Antonio Palocci e José Dirceu, che del “presidente operaio” fu a lungo il braccio destro.

 

La condanna di Lula è arrivata mentre la commissione giustizia del Congresso decideva sulla richiesta d’incriminazione dell’attuale presidente Michel Temer, anche lui accusato di corruzione. Se Temer, la cui popolarità è inferiore al 10%, dovesse cadere si aprirebbe una nuova crisi istituzionale a meno di un anno dall’impeachment di Dilma Rousseff. Quasi tutti i leader di peso sono indagati, il Paese è in recessione e i conti pubblici sono in rosso. In Parlamento si discute da mesi una radicale riforma del sistema previdenziale, che oggi ha un buco colossale che si mangia il 30% della spesa pubblica.

Redazione

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