Cronaca

Mandata a casa al nono mese di gravidanza, perde il bimbo

Una donna giunta in ospedale di Melegnano (MI) al nono mese di gravidanza con forti dolori addominali viene visitata e poi rimandata a casa, dopo poche ore perde il suo bambino.

È una vera tragedia quella che si è consumata nel giro di poche ora vicino Milano: un figlio deceduto nella pancia della mamma in circostanze ancora da accertare.

Simona, trentatreenne, nel pomeriggio del 2 gennaio si fa portare dal suo compagno al pronto soccorso per dolori addominali. Da lì la donna viene dimessa dopo un paio d’ore, una visita ginecologica e la rassicurazione che tutto è a posto e che il bimbo nascerà per il 18 gennaio come previsto. Intorno alle 20, però  la donna torna in ospedale perché ai dolori si aggiungono delle perdite di sangue.
I medici a questo punto decidono di anticipare il parto e,  optano per il cesareo perché il battito del feto è troppo flebile. Verso l’1.30, poi, la tragica notizia: per il piccolo non c’è più nulla da fare. Il bimbo è morto, molto probabilmente soffocato dal cordone ombelicale.

Sono state sequestrate le cartelle cliniche e sul feto verrà eseguita l’autopsia nei prossimi giorni. “Vogliamo sapere se ci sono delle responsabilità e quali – spiegano gli avvocati della famiglia – Faremo di tutto per accertarlo”.

Di  ”tempestività di azione dei sanitari coinvolti nell’accaduto e osservanza delle procedure” parla invece un comunicato della direzione dell’ospedale circa le cure prestate dai sanitari dell’ospedale Vizzolo Predabissi di Melegnano alla donna incinta che martedì ha perso un bambino.  “Le valutazioni ufficiali sull’accaduto sono in corso – si legge – ma le prime evidenze fanno emergere una tempestività di azione dei sanitari coinvolti nell’accaduto e osservanza delle procedure”. Secondo quanto ricostruito dalla Direzione dell’ospedale “A seguito del secondo accesso è stato deciso di ricoverare la gestante per iniziale travaglio – prosegue la nota – Il travaglio prima e la procedura di urgenza per il parto cesareo dopo, resosi necessario per il manifestarsi di criticità cliniche al feto, risultano effettuate con tempestività dagli operatori sanitari”.

Sul caso la procura di Lodi ha già aperto un’inchiesta – dopo la denuncia dei genitori ai carabinieri di Legnano – per fare chiarezza su tutti i passaggi della vicenda e per accertare eventuali responsabilità. Nei prossimi giorni sul corpo del piccolo verrà effettuata l’autopsia.

Redazione

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