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Omicidio di Antonella Di Veroli nel 1994: La verità sulla cold case secondo la sorella

Antonella Di Veroli è stata uccisa a Roma nel 1994 e a 30 anni dal delitto la mano dell’assassino non è mai stata identificata. La sorella della vittima si è espressa in collegamento con Storie Italiane, spiegando che la famiglia ha chiesto la riapertura del caso. Un elemento cruciale potrebbero essere le impronte digitali sul bossolo dell’arma del delitto, che al momento sembrerebbero non essere presenti nelle carte.

Nel corso degli ultimi due anni ci sono state due persone sospettate per l’omicidio di Antonella Di Veroli, entrambe però sono state scagionate. Tuttavia, si ipotizza l’esistenza di una terza persona coinvolta, forse per motivi legati al lavoro. La sorella della vittima ha commentato che non sembrava essere un delitto personale, ma piuttosto legato ad affari. Antonella era descritta come una persona onesta e ligia, che potrebbe aver firmato documenti che in seguito ha visto essere poco chiari, magari un bilancio. Forse voleva denunciare qualcuno, ma la situazione è sfociata in un litigio che ha portato all’omicidio.

La nipote di Antonella Di Veroli ha descritto la zia come una persona pulita e corretta, che credeva nel suo lavoro e si premurava sempre della famiglia. L’assassinio ha scosso profondamente la famiglia e dopo 30 anni senza risposte, si auspica la riapertura delle indagini alla luce di nuove prove emerse. Secondo la nipote, l’assassino aveva bisogno di un complice per occultare il corpo, dato il peso della vittima. Si sospetta la presenza di tracce che potrebbero indicare la partecipazione di un altro individuo.

Le indagini potrebbero essere rilanciate grazie alle impronte digitali sul bossolo, che potrebbero condurre all’identificazione del colpevole. Inoltre, l’analisi dell’arma utilizzata potrebbe fornire ulteriori dettagli per risolvere il caso e individuare l’omicida. La speranza è che, grazie a queste nuove prove, si possa finalmente fare luce sull’omicidio di Antonella Di Veroli.

Il pubblico opinpche Anna Vagli, in uno studio televisivo, ha confermato che le indagini potrebbero essere riaperte attraverso le impronte digitali sul bossolo, fornendo una prova scientifica che potrebbe portare all’identificazione del responsabile e alla ricostruzione dei fatti. Cristiano Iovino è stato aggredito a Milano e Roberto Alessi esprime preoccupazione per il fatto che la denuncia non sia stata presentata.

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Redazione

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