Onu, Siria: Camion con aiuti umanitari pronti ad entrare nel Ghouta

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Onu, Siria. Camion con aiuti umanitari e medicinali pronti da giorni ad entrare a Douma, nel Goutha orientale. Ad impedire l’accesso, il mancato rispetto della tregua imposta dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in tutta la Siria. A riferirlo il segretario generale agli affari umanitari dell’Onu Mark Lowcock.

Onu, Siria: aiuti umanitari bloccati

Mercoledì 28 Febbraio, durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il segretario generale degli affari umanitari, Lowcock, ha dichiarato che la situazione in Siria non è cambiata. Questo nonostante la tregua dei trenta giorni che il Consiglio di Sicurezza stesso aveva approvato lo scorso 24 febbraio. La risoluzione “cessate il fuoco in Siria” doveva permettere l’ingresso nel territorio di aiuti umanitari e le evacuazioni mediche. Già da sabato 24 febbraio, camion carichi di tali aiuti erano pronti a distribuirsi in dieci aree differenti, assediate da conflitti. Tra queste, area maggiormente colpita è quella di Douma, città principale dell’enclave. Tutto questo non è ancora stato reso possibile poichè il governo siriano non ne ha concesso l’autorizzazione. Il presidente siriano, Bashar Al-Assad, ha imposto restrizioni che non permettono l’entrata e l’uscita dal territorio, senza autorizzazione.

Tregue violate e bombardamenti senza sosta

Il giorno dopo la risoluzione imposta dal Consiglio di Sicurezza, il 25 febbraio, la tregua è stata violata. Nel Goutha orientale vi sono stati scontri tra ribelli e forze governative. Il 26 febbraio, Sergei Shoigu, ministro della difesa russo, ha annunciato che per il giorno seguente sarebbe stata attuata una tregua di cinque ore per permettere l’ingresso di aiuti umanitari. Anche la proposta russa di entrare nell’enclave dei ribelli è stata immediatamente vietata. Sergei Lavrov, ministro degli affari esteri russo, sostiene che la colpa sia dei ribelli siriani, che non permettono l’accesso di aiuti umanitari nel Goutha. Secondo Kelley Currie, funzionario americano, la colpa è invece delle forze di Al-Assad, che non rispettano le tregue dell’Onu.

Nonostante la tregua varata all’unanimità dal consiglio di siscurezza dell’Onu e quella proposta dalla Russia, in Siria si continua a morire. Gli scontri tra le forze ribelli e le truppe di Al-Assad, in meno di due settimane, avrebbero causato la morte di 1389 persone, il 67% delle quali uccise nel Goutha. Tra queste si contano circa 200 bambini, per una media di otto  morti al giorno. I dati provengono dall’osservatorio siriano per i diritti umani.

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