Passo avanti della medicina, cellule staminali per riparare i denti

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Cellule staminali per riparare i denti. Lo dimostra lo studio della rivista inglese “Scientific reports”, dopo aver condotto l’esperimento sui topi. Le cellule iniettate stimolerebbero i denti ad auto-ripararsi.

La stimolazione avverrebbe sulla dentina, il tessuto compreso tra lo smalto e la polpa, tramite un farmaco solitamente utilizzato contro l’Alzheimer. Gli esperimenti sono stati guidati da Paul Sharpe, ricercatore del King’s College di Londra, tra i primi ad aver creato denti in laboratorio.

La cura potenzia la capacità di base dei denti di ripararsi dopo lievi danni, rendendola più efficace. A riparare tali piccoli danni, nella normalità, interviene la dentina, ma con uno strato sottile che non riesce a riempire grandi cavità lasciate dalle carie. In questo modo, la dentina verrebbe prodotta in quantità maggiore, riparando ogni problema.

La molecola utilizzata è chiamata “Gsk-3” (Glicogeno sintasi chinasi), utilizzata come cura per alcune malattie neurologiche, tra cui l’Alzheimer, e che casualmente stimola le cellule staminali che producono dentina. Il glicogeno viene applicato nei denti attraverso spugne biodegradabili di collagene, inserite nelle cavità. La formazione ossea dovrebbe auto-ripararsi in un periodo compreso tra le 4 e le 6 settimane. La spugnetta si bio-degrada nel tempo e lo spazio viene occupato dalla nuova dentina. Paul Sharpe spiega: “L’approccio riesce sia a proteggere la polpa, sia a ripristinare la dentina”.

Il primo dente costruito in laboratorio e poi trapiantato in una cavia era stato creato in Giappone nel 2011, sotto la guida di un altro pioniere del campo, il giapponese Takashi Tsuji. Ora, però, i denti si ripareranno “sul posto”, senza aver bisogno di interventi per la sostituzione dell’osso.

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