Pensione minima per i giovani, discussione aperta governo-sindacati

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Una pensione minima definita di garanzia per i giovani e per i quarantenni con carriere discontinue. E’ questa la proposta che si discuterà, già inserita nell’agenda pensionistica delle prossime settimane.

Una pensione contributiva minima

L’idea è l’introduzione di una pensione contributiva minima di garanzia di 650 euro mensili per chi è in possesso di 20 anni di contribuzione. A illustrarla è stato Stefano Patriarca, consigliere economico di palazzo Chigi. Secondo Patriarca il trattamento di garanzia per i giovani, e per tutti coloro che sono stati assunti dal 1° gennaio 1996, in particolare se con carriere discontinue, che non beneficiano delle integrazioni al minimo previste invece dal sistema retributivo, si dovrebbe tradurre in «un minimo previdenziale, come nel retributivo, che si può immaginare, a 650 euro per chi ha 20 anni di contributi, che possono aumentare di 30 euro al mese per ogni anno in più fino a un massimo di mille euro». In questo modo verrebbe garantito un tasso di sostituzione medio del 65 per cento. L’assegno scatterebbe anche per gli anticipi.

Per il ministro Poletti una questione prioritaria

Il ministro Poletti ha sottolineato che quella della pensione contributiva di garanzia è una delle questioni da affrontare in tempi rapidi, pur tenendo conto della sostenibilità del sistema. Poletti ha indicato come prioritaria la riduzione delle penalizzazioni per le donne e per i giovani e la difficoltà di cumulare un montante contributivo che assicuri una pensione dignitosa ai giovani con carriere discontinue: «Occorre trovare uno strumento che possiamo chiamare pensione di garanzia o come vogliamo».

Un progetto di grande interesse in un momento in cui la fiducia tra i giovani sulla possibilità di trovare un lavoro e garantirsi dunque una pensione futura sembra essere al minimo storico. Il lavoro è ancora centrale nell’orizzonte ‘identitario’ e di senso dei giovani in Italia ma oltre otto su dieci vivono la ricerca di un’occupazione con sfiducia e per oltre 6 su dieci rappresenta la fine di un sogno. Inoltre, quasi il 50% attribuisce la colpa dell’elevata disoccupazione allo spostamento dell’età pensionabile. Questi i principali risultati del rapporto di ricerca “Il lavoro consapevole”, realizzato dal Censis in collaborazione con Jobsinaction e Assolavoro.

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