Presidente donna a Wall Street: una svolta epocale che non si verifica da ben 226 anni. È Stacey Cunningham e diventerà, a soli 43 anni, la presidente del New York Stock Exchange, la più grande borsa valori del mondo.
La sua carriera è iniziata nel 1994, quando, mentre studiava alla Lehigh University, per un periodo estivo aveva svolto un’esperienza a Wall Street come “intern”.
“Quel luogo mi aveva subito conquistata. Appena entrata, avevo deciso che era il posto a cui appartenevo” ha detto la Cunningham. La scalata nella gerarchia della borsa più grande del mondo è iniziata in quel momento, da “intern” a “trading floor clerk”, fino a diventare un market maker, coloro che gestiscono i prezzi di vendita e acquisto delle azioni.
La prima volta che Stacey entrò a Wall street, le donne non godevano di particolare considerazione, tanto che i servizi igienici a loro dedicati erano stati ricavati da una vecchia cabina telefonica mentre agli uomini erano destinati servizi di lusso con un attendente sempre pronto ad accoglierli.
Il mondo è andato avanti e con esso la visione della donna e della tecnologia: il ruolo della borsa è cambiato profondamente, rivoluzionata dalle nuove tecnologie e dai passi da gigante.
Anche il National Association of Securities Dealers Automated Quotation (Nasdaq) che è il primo mercato del mondo in forma elettronica è guidato dal gentil sesso, ne è a capo Adena Friedman.
«Non avevo mai avuto il minimo dubbio che ce l’avrei fatta. La mia fonte di ispirazione era Muriel Siebert» ha detto la Cunningham facendo riferimento alla prima donna che nel 1967 si era guadagnata un posto nella borsa di Wall Street.
Stacey si è dedicata inoltre alla cucina, momentaneamente in pausa dal mercato azionario aveva frequentato nel 2005 l’institute of Culinari Education per poi lavorare al ristorante Ouest.
Da questo venerdì Stacey occuperà la sedia dell’uscente Thomas Farley e dovrà prima di tutto occuparsi della trasformazione tecnologica e della digitalizzazione.
In un momento in cui Wall Street fa ancora i conti col movimento MeToo e con lo sradicamento della cultura maschile e sessista degli ultimi decenni, la nomina della Cunningham pare essere una boccata d’aria fresca.
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