Professore abusa di una studentessa, lui si difende: “Ero innamorato”

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Professore abusa di una studentessa. Tutto ha inizio la notte tra il 18 e il 19 dicembre quando la madre e il padre della giovane controllano il cellulare della ragazzina, mentre lei sta dormendo. La chat su whatsapp con il professore è stata cancellata, ma in quel momento il professore De Angelis manda un sms: «Notte amo, scusa», scrive.

I genitori svegliano la figlia, chiedono spiegazioni. Lei nega, poi crolla. Tra pianti disperati, ripercorre la storia partendo dal luglio 2017, quando l’insegnante inizia a inviarle messaggi e foto che lo ritraggono nudo. Dice che da settembre, quando ha cominciato a prendere ripetizioni di latino a scuola nel pomeriggio, lei e il professore hanno una relazione.

Martedì gli agenti hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per l’uomo ritenuto responsabile del reato di atti sessuali con minorenne.

Teatro della violenza un’aula del prestigioso istituto del quartiere Eur diversa da quella dove si svolgeva la normale attività scolastica, nella quale il professore teneva lezioni private. A mettere fine agli abusi, gli agenti della polizia di Stato del commissariato Viminale, diretto da Giovanna Petrocca, che raccolta la denuncia di uno dei genitori hanno, insieme alla procura di Roma, avviato le indagini

Professore abusa di una studentessa: interrogato in carcere dichiara di amare la studentessa

“Eravamo innamorati. Era una relazione per me importante”. Si difende così il professore 53enne del Liceo Massimo di Roma, arrestato nei giorni scorsi per atti sessuali con una sua studentessa. “Lo consideravo un rapporto sentimentale, amoroso – dice durante l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto nel carcere Regina Coeli – Chiedo scusa per questo ai genitori, agli alunni e a tutte le persone della scuola Massimo. Era da 25 anni che lavoravo lì”.

La giovane è stata ascoltata presso i locali della procura, in audizione protetta. Subito dopo è iniziata l’attività di indagine da parte degli investigatori, anche di carattere tecnico, dalla quale è risultata fondata l’accusa degli atti sessuali compiuti dall’insegnante nei confronti della ragazza.

“Ho tradito me stesso, gli studenti, i miei colleghi e l’istituto”. “Farei qualsiasi cosa per tornare indietro” ha dichiarato il docente. L’uomo è stato sospeso dal servizio dopo che, grazie alla denuncia dei genitori della ragazza, le indagini avevano confermato le violenze ai danni della studentessa dell’istituto gesuita.

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