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Reporter slovacco assassinato, indagava anche sui Panama Papers

Reporter slovacco assassinato. Un giornalista investigativo che si occupava di frodi fiscali, Jan Kuciak, 27 anni, è stato trovato ucciso insieme alla sua compagna. La tragedia è avvenuta nella loro casa a Velka Macva, a 65 chilometri circa dalla capitale Bratislava. Jan aveva scritto e indagato su imprenditori giudicati vicini al premier riformatore socialista, Robert Fico.

Reporter slovacco assassinato, indagava anche sui ‘Panama Papers’

Da tempo, Jan appariva preoccupato. Un anno fa, si era rivolto alla polizia denunciando minacce ricevute da lui e dalla famiglia. Il 27enne aveva lavorato anche sulle carte ‘Panama Papers’, la gigantesca rete di presunte evasioni fiscali allestita a beneficio dei miliardari di mezzo mondo. Sono due i reporter investigativi europei uccisi nel giro di 4 mesi; Daphne Caruana Galizia, 53 anni, è morta in seguito all’esplosione di una bomba nella sua auto. Si sospetta la matrice mafiosa, legata alla politica, nei due delitti. Il primo ministro slovacco ha promesso un milione di euro a chiunque darà informazioni sugli assassini.

Reporter slovacco assassinato, le indagini

“L’Ue non può accettare — avverte il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani — che un giornalista venga ucciso per aver fatto il suo lavoro. Chiedo alle autorità slovacche di avviare un’indagine approfondita con il supporto internazionale, se necessario”. Il premier, Robert Fico, assicura: “Il nostro compito primario è quello di catturare gli assassini. Poi si potrà parlare del movente. Ma se fosse costituito dal lavoro della vittima, allora questo delitto dovrebbe essere considerato un attacco alla libertà di stampa e alla democrazia”. Nelle stesse ore, però, ha parlato il capo della polizia, Tibor Gabor: “Tutto sembra indicare che il duplice assassinio sia legato al lavoro del reporter nelle indagini giornalistiche sulle frodi fiscali”.

Reporter slovacco assassinato

Tim Nicholson, reporter free-lance inglese, racconta di aver condiviso con Jan qualche inchiesta: “L’ultima, l’avevamo condotta sulla probabile presenza della mafia italiana nella Slovacchia orientale. Il sospetto era che quei tizi avessero rubato fondi europei per spedirli in Italia. Poi il capo aveva scritto sulla sua pagina Facebook i nomi di tre candidati, gente dello Smer (il partito socialdemocratico di governo, ndr). Credo che l’abbia fatto perché quel partito si era rivelato utile”.

Roberto Parisi

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