Roma è la città più verde d’Europa: 85 mila ettari di parchi

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Roma è il comune con più ettari di verde d’Europa. Villa Doria Pamphili, la più grande di Roma, Villa Ada, Villa Borghese e molte altre ville storiche nacquero come tenute di campagna, con ampie zone dedicate alla caccia, di famiglie nobili romane che tra i propri membri hanno avuto papi e cardinali.

Grazie a questo patrimonio, Roma non ha eguali al mondo, non solo per bellezze storico-archeologico, paesaggistiche ed architettoniche ma anche per estensione e varietà del verde che rappresenta il 67% del territorio comunale ovvero 85mila ettari sui 129 mila totali.

Il verde pubblico all’interno del tessuto urbano è composto dai parchi urbani, dalle ville storiche, dai giardini pubblici, dalla aiuole e dalle zone verdi di arredo per un totale di 3.932 ettari.

Ci sono poi i Parchi e le Riserve Naturali sparse tra la periferia fino ad arrivare a ridosso del centro. Tra le 18 aree protette, ci sono la Riserva di Castel Fusano, dell’Insugherata, della Marcigliana, il Parco di Vejo ed ancora il Parco del Pineto, la Valle dei Casali, la Tenuta dei Massimi e la Riserva di Monte Mario.

Roma inoltre è anche il più grande comune agricolo d’Europa con i suoi 50 mila ettari coltivati. La stessa Amministrazione capitolina gestisce in modo diretto due aziende agricole: la Tenuta del Cavaliere e quella di Castel di Guido per un totale di 2.300 ettari.

Il Cipresso di Michelangelo si trova nel chiostro delle Terme di Diocleziano. Altri cipressi secolari si trovano nei giardini di Villa Adriana e Ville d’Este a Tivoli. Uno degli alberi più antichi della Capitale, è la sughera dell’Orto Botanico che anticamente erano i giardini di Palazzo Corsini.

Quest’albero deve la sua longevità sia al tessuto spugnoso ed ignifugo che lo ha salvato dagli incendi e al fatto che dal 1883, anno in cui venne realizzo l’Orto Botanico, vive in una zona protetta. Tra gli esperti c’è chi ritiene che possa avere intorno ai 600 anni di vita.
Nei pressi delle serre di San Sisto, a Porta Metronia, c’è un esemplare di Ceiba Speciosa, nota in passato come Chorisia dal nome di uno dei primi illustratori botanici, che in Italia viene chiamato anche falso Kapok, mentre in Argentina per la sua particolare forma è stato soprannominato palo borracho ovvero albero ubriaco.

L’area verde negli anni ’50 era a disposizione dell’Ente Nazionale per la Cellulosa e la Carta, in pratica era il luogo dove veniva sperimentata la crescita degli alberi che poi sarebbero stati utilizzati per fare la carta; in particolare su tre tipi: eucalipti, pioppi e pini americani, tutti a crescita veloce e con cellulosa di buona qualità.

La sequoia del Pincio è una delle prime arrivate a Roma, fu piantata nel 1850 ed è una delle più alte di Roma. Nel 1980 il Servizio giardini aveva oltre 1.800 persone, una apprezzata scuola giardinieri ed era considerato un fiore all’occhiello dell’amministrazione capitolina per competenza e professionalità. Ora il personale è di 540 unità, ma sono operativi soltanto 250 lavoratori.

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