Cinema

The Circle, la distopia a braccetto con la banalità

The circle è un film del 2017 scritto e diretto da James Ponsoldt, interpretato da Tom Hanks, Emma Watson, John Boyega, Karen Gillan. E’ l’adattamento del romanzo di Dave Eggers del 2013 The Circle (ecco alcune foto del film).

TRAMA:

Una giovane informatica, Mae Holland, viene assunta in una grande e potente azienda di telecomunicazioni, The Circle. Col suo lavoro appassionato, Mae riesce a portare l’azienda a livelli altissimi, fin quando non si troverà in una situazione paradossale di pericolo a causa di privazione della privacy e della libertà altrui. Alla fine Mae si rende conto della gravità della situazione e comprende quanto le sue azioni possano essere determinanti per il futuro dell’azienda e dell’intera umanità.

The Circle è un mix di quasi tutte i social media e piattaforme conosciute e viene raffigurato sia da Eggers che da Ponsoldt come un universo distopico.

Il fulcro della pellicola è il limite. Il limite rappresentato dalla possibilità di intervenire positivamente in ogni aspetto della vita e il conseguente annullamento della libertà personale e la privacy.

The Circle sfiora dei temi molto attuali e vicini a noi ma, appunto, li sfiora. La superficialità con cui vengono affrontati questi argomenti fa credere che Ponsoldt, regista fino ad ora indipendente autore di pellicole di un certo spessore come The Spectacular Now, si sia fatto trascinare dall’onda holliwoodiana, sacrificando il contenuto per dare più visibilità ad un cast stellare e svolte narrative spettacolari. Che si acoontenta di giocare con la grafica digitale per visualizzare chat, etc… .  Tutti gli snodi narrativi sono vittime di una logica banale, arrivando a svolte troppo brusche, come quando l’idillio si traforma in paranoia.

Ma la vera pecca di questo film è l’arco narrativo dei vari personaggi: la protagonista e tutti gli altri personaggi sembrano essere soltanto maschere appena abbozzate.

Il lato positivo della pellicola è che comunque lascia aperta la discussione e la riflessione su argomenti spinosi all’ordine del giorno.

Tutte queste riflessioni mi provocano una enorme matriosca di domande esistenziali come: perché hanno scelto Emma Watson come protagonista (che a dirla tutta le vogliamo bene solo per il ruolo di Hermione Granger in Harry Potter)? Perché le interazioni delle particelle subatomiche sono più fluide di quelle tra Tom Hanks e la Watson? Perché io esisto? Dio esiste? Se sì, è Giancarlo Magalli?

Paola Chirico

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